Magazine Poesie
Col suo manto buio, la notte, di nero colora il cielo. Sembra un gigante buono che si nasconde dietro qualche nuvoletta timida, ammira il mondo dall’alto, controlla che tutto vada per il verso giusto, ed è disposto a consolare le anime in pena, quelle che non trovano pace, che aspettano il suono della sua voce, per chiudere gli occhi e riuscire a sognare. Dal vetro della mia finestra, lo ammiro nel suo splendore e mi lascio cullare dalla sinfonia del vento che sposta le foglie, le fa abbracciare, come un Cupido distratto, assumendosi la responsabilità del loro incontro, mentre muove pensieri e idee che corrono lontane, in un posto e in un tempo distante anni luce da qui.
Una di quelle la seguo con lo sguardo, cercando d’indovinare dove si poggerà. E non so se mi sento più come lei o come l’altra sua metà che, ancora in bilico sul ramo stanco di essere ostacolo, progetta il suo volo, un altro incontro, un altro abbraccio, un nuovo giorno e tutto il resto poi non esisterà. E c’è speranza nella foglia che aspetta. E c’è speranza anche in quella aggrappata, che vorrebbe raggiungerla, ma che proprio non può. E le notti passano, scorrono con la lentezza del tempo e la fretta dei desideri, mentre il gigante veglia ancora su chi, come me, è troppo impaziente per andare a dormire. L’autunno sta per diventare inverno e fa tremare quell’albero ormai troppo nudo e testardo che, ingannato da uno starnuto, finalmente la lascia libera. E quel buio tramuta l’attesa in magia, che ricompensa la pazienza con cui le due foglie si sono aspettate. Le guardo e un po’ le invidio, mentre la medaglia della notte, argentata, luminosa e piena come non mai, mi sorride da lassù, mi riempie di speranza con una materna ninna nanna e inizia a progettare un sospiro di vento anche per me!