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Un tagliando da 58 mila Euro

Creato il 29 settembre 2010 da Brunougolini
La parola "tagliando" è apparsa come una folgore nelle cronache italiane. L'ha usata a Genova in un convegno confindustriale il vicepresidente dell'organizzazione imprenditoriale Bombassei. Era riferita alla possibilità di organizzare in anticipo, rispetto ai tempi previsti, una verifica di quel modello contrattuale firmato un anno fa da due sindacati su tre, foriero di tante polemiche e divisioni. Tutti o quasi hanno interpretato la mossa come un segnale di distensione, una riapertura al dialogo con la Cgil. Solo il cattivissimo Giorgio Cremaschi ha parlato di trappola che bisognerebbe disdegnare.
Ma che vuol dire tagliando? Il termine è usato solitamente quando porti, dopo un anno dall'acquisto, la tua vetturetta all'officina. Qui la smontano, guardano se c'è l'olio, se il motore gira bene, se le guarnizioni sono ben saldate, eccetera, eccetera. Spesso riparano, cambiano i pezzi. Se si parla di tagliando per il modello contrattuale fortemente voluto dal duo Bonanni-Sacconi vuol dire che occorre rivedere qualcosa.  Magari vuol dire che i numerosi  contratti firmati unitariamente da tante categorie non hanno rispettato pedissequamente il modello stesso. Magari gli addetti al tagliando si accorgono che la madre di tutte le dispute (da Pomigliano in poi) è raffigurata nell'assenza di regole sulla rappresentanza e la democrazia sindacale. Quale può essere la medicina migliore per impedire fratture disastrose se non stabilire chi ha ragione attraverso meccanismi democratici? Se è vero che la Fiom (malgrado i tanti accordi firmati anche negli ultimi mesi in fabbriche d'ogni tipo) è formata da facinorosi irragionevoli, perché non farla "condannare" dai lavoratori stessi piuttosto che da un gruppetto di funzionari?
Quindi il "tagliando" dovrebbe essere bene accettato. Non solo: bisognerebbe estenderlo. Tutta l'Italia avrebbe bisogno di un tagliando in questi tempi cupi. Persino la signora Marcegaglia si è accorta che le cose non vanno. Magari lei come soluzione alle magagne della macchina-paese proporrebbe solo la riforma delle pensioni (e non per aiutare i giovani precari senza futuro previdenziale)... Ma qualcuno potrebbe suggerire invece l'idea del Foglio. L'organo di Giuliano Ferrara ha scritto che per esser felici (indagine Gallup) bisognerebbe guadagnare almeno 58 mila euro all'anno. Una cifra non certo paragonabile alle prebende riservate ai vari Profumo, Romiti, Geronzi. Però avvicinabile ai salari dei moderatissimi metallurgici del famoso modello tedesco.

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