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Un tè a Porta Palazzo

Da Lacuocacialtrona
Tè alla menta e assenzio
Un tè a Porta Palazzo
La cuoca, all'incirca una volta all'anno, più per scomodità che disaffezione, si reca al mercato di Porta Palazzo, per poter fare scorta di spezie, melassa e altre rarità che solo trova in una certa drogheria araba in una delle vie dietro il mercato dei casalinghi.
 Il problema nel frequentare Porta Palazzo, in realtà, non è tanto la lontananza, quanto il ritorno a casa, dopo la spesa; la cuoca, che ci va munita di carrellino, facendosi a piedi tutto il tratto di via Garibaldi, e strade limitrofe, tutte lastricate con sanpietrini - sia ben chiaro, la cuoca non si lamenta, anche se la sua schiena sì, ma la bellezza, si sa, non ha prezzo -  deve stare attenta a contenere gli acquisti.
Ed è un vero problema, perchè a Porta Palazzo le occasioni sono tante: dai banchi di verdura, i cui venditori sono per lo più arabi, ai mercati coperti delle carni - monopolio dei rumeni - e del pesce,  dove ancora si possono trovare, davanti ai banchi, gli imbonitori siciliani. I cinesi, infine, si sono specializzati nella vendita di vestiti, calzature e casalinghi.
Un mondo colorato, molto multietnico e anche molto accogliente, dove oltre alla varietà delle razze, è possibile trovare una grande varietà di vivande.Come il banco delle erbe, tenuto da un giovane gentile al quale la cuoca si è rivolta, oltre che per acquistare la menta per avere la veritiera ricetta del te che con esso si prepara. 
Un tè a Porta Palazzo
Istradata dietro al banco ha potuto conoscere la moglie, Majda, che non solo le ha insegnato come preparare al meglio il tè - e pazientemente ascoltata mentre la cuoca ripeteva tutti i passaggi per non dimenticarli -  ma glie lo ha fatto anche assaggiare  nella sua versione originale, in virtù di un signore munito di bollitore che passava tra i banchi dei connazionali.
La qualtità delle foto, fatte in controluce, sotto i teloni colorati e in mezzo alla folla del mercato, come vedete, è quella che è.
Grande, invece, la disponibilità e cortesia dei commercianti - e parenti - ai quali va il mio ringraziamento. 
Un tè a Porta Palazzo
Per un tè alla menta fatto a regola d'arte
In una pentola abbastanza capiente si porta l'acqua - all'incirca un litro - a bollore; si spegne il fuoco e si trasferisce un bicchiere di acqua nell'apposita teiera con i buchi (ossia con un filtro) insieme a due cucchiai da cucina di tè verde ("Rasi?" ho chiesto a Majda - "No, così senza pensarci troppo", ha risposto lei, testimone di una gestualità ripetuta quotidianamente).Si mette da parte il tè filtrandolo dalla teiera e si pulisce bene la teiera con un poco di acqua calda, in modo da togliere tutte le foglie rimaste dentro. Si mette il bicchiere di tè insieme all'acqua preparata e a circa quattro rametti dell'apposita menta a grandi foglie, cuocendola fino a che non inizia a bollire. Si versa nella teiera e si serve. Volendo si può far bollire insieme alla menta anche lo zucchero, invece di aggiungerlo dopo. Una buona variante è quella di aggiungere dopo che si è fatto bollire, un poco di assenzio, per renderlo più aromatico. Non tanto però, perchè il suo sapore è molto forte.
La teiera, se è come quella usata al mercato, contiene all'incirca un litro e mezzo di tè.
Un tè a Porta Palazzo

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