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E ha un sogno: navigare verso ovest e raggiungere terre che, secondo racconti e dicerie, sembrano essere piene di tesori. Ma la navigazione a ovest è un tabù per la sua gente, abituata a razziare le coste orientali.
Soprattutto, nessuno di coloro che hanno tentato di navigare verso ovest è mai tornato.
Ma Ragnar ha imparato come tenere la rotta, apprendendo un nuovo metodo di navigazione in mare aperto. Gli serve solo un equipaggio, una nave e il consenso del suo conte.
Consenso che, malauguratamente, gli viene negato.
Ragnar si trova di fronte a un bivio.
Può sottostare alle regole e alle leggi della sua comunità, abbandonando il sogno di raggiungere terre nuove. Oppure può sfidare quelle stesse leggi, perché ciò che lo spinge a navigare verso ovest è la predeterminazione di chi discende da Odino.
E chi discende da Odino deve seguire le leggi degli dei, non quelle degli uomini…
Vikings è un telefilm potentissimo.
Diciamolo subito, così ci togliamo il pensiero.
E prima ancora di provare a spiegare perché è potentissimo, ve lo dico fin da subito: recuperatelo, perché ne vale la pena.
Ne avevo sentito parlare bene, diversi fan sommobutici me l'avevano consigliato caldamente, e un paio di compagni di cella del blocco C della blogosfera ne hanno parlato in termini entusiastici.
La prima stagione conta “solo” 9 episodi, che, come diciamo a Napoli, vi faranno “azzeccare” allo schermo.
Il fatto che sia stata prodotta da History Channel vi mette di fronte non solo a mera fiction, ma anche a fedeltà e rigore storico.
Qualità e garanzia
La serie ci mette a tu per tu col mondo vichingo in tutto il suo splendore.
Agli occhi del mondo e degli uomini dell'epoca, i vichinghi non erano altro che sanguinari barbari provenienti dal nord, che nel corso della bella stagione erano soliti razziare e depredare le coste di tutta Europa.
In realtà, quello vichingo, era un popolo formato da possenti guerrieri, esperti navigatori, rispettosi fedeli e orgogliosi seguaci delle proprie leggi, dei propri costumi e delle proprie tradizioni.
La cultura vichinga – che emerge prepotentemente in Vikings – è assolutamente affascinante. Questi omoni irsuti e barbuti (e così le loro mogli e i loro figli) vivono le loro vite in funzione della propria morte, perché tutto è già scritto dagli dei, la propria sorte è già segnata, e quindi ognuno non vive un minuto di più di quanto non debba vivere.
Ecco perché in battaglia sembrano non avere paura di nulla. Ecco perché un piccolo gruppo di vichinghi può riuscire a tenere testa (e anzi, può vincere senza troppi problemi) eserciti cittadini meglio equipaggiati.
Ecco perché accettano di buon grado di sacrificarsi agli dei.
Ecco perché i guerrieri anelano al più presto di raggiungere il Valhalla, così da poter combattere e banchettare con gli dei fino a quando il Ragnarok non inghiottirà tutto.
Perchè tutto è già scritto, e la strada è già segnata.
Eh, varchetella! La varchetella! (cit.)
Insomma, se non l'avete ancora capito, è proprio la cultura vichinga la vera protagonista di Vikings.
Una cultura supportata da una serie di personaggi difficilmente dimenticabili, né buoni e né cattivi, che agiscono nella maniera in cui agiscono perché vincolati a un mondo crudele e selvaggio che sottostà a dettami ben precisi.
Ecco allora l’imperscrutabile e insondabile Ragnar Lodbrok, con i suoi occhi folli e ambigui, che sceglie di mettersi contro le leggi degli uomini (e navigare verso occidente) perché la sua è discendenza divina (e quindi superiore a quella umana).
Ecco il conte Haraldson, che non può agire secondo ciò che gli detta il cuore, e che è costretto a rimanere imprigionato dal potere e dalle leggi che lui stesso deve far rispettare.
Ecco l’indomita Lagherta, che antepone il bene della propria famiglia a tutto il resto perché le sue leggi principali sono proprio quelle familiari.
Per non parlare di Floki, a metà strada tra il guerriero, il druido e il carpentiere.
Uno che, per costruire una nave, interroga gli alberi per scegliere solo il legno migliore.
- mito, mito assoluto! -
Come fai a non amare uno così?
Sono 9 puntate dalla qualità eccelsa, ricche di pathos, avventura, ma anche introspezione.
Forse si perde* un po’ nelle ultime due puntate, più che altro perché il plot impone un cambio di registro in preparazione della seconda stagione, che ahinoi, non vedremo prima del 2014.
Sarà una lunga attesa.
Attesa che spero condividerete anche voi, perché ribadisco: Vikings è una serie tv che va assolutamente vista e gustata.
Poi magari, se non vi dispiacciono i fumetti, recuperate pure Northlanders e Vinland Saga…
Il protagonista, aka l'uomo con gli occhi fotoscioppati!
Ps: se non volete spoiler su eventuali fatti che accadranno nel corso delle prossime stagioni, evitate di fare ricerche storiche. Io mi sono rovinato tutto il divertimento. Per carità, alcuni fatti li conoscevo ma...avrei preferito NON sapere, ecco...
Ne hanno parlato (molto bene) anche:
Book and Negative
Midian
---
*Si perde nel senso che abbandona i toni concitati delle prime 7 puntate per approfondire il mondo “sacrale” dei Vichinghi (l’ottava puntata è dedicata interamente ai culti che si svolgevano ad Uppsala), e dare il “la” alla stagione successiva (con un cliffangher ambiguo e in chiaro/scuro, in linea perfetta con i suoi personaggi).
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