Cara Virginia, stamattina Facebook mi ha portato un bel link che voglio condividere con te, ringraziando prima Giorgio Boatti che l’ha condiviso a sua volta.
Si tratta di questo: a parte quei telefoni che finiscono nel lago di Big Bear Lake e non sappiamo quando verranno ritrovati, cambiamo il nostro telefono perchè si è rotto, o più spesso perché è stata rinnovata una piccola parte, e in questo modo stiamo producendo una gran quantità di spazzatura tecnologica (che è assai peggio della spazzatura tradizionale). Phonebloks è un progetto di telefono assemblabile open source, con cui crearsi un telefono su misura, in cui i singoli pezzi possono essere sostituiti e aggiornati, ma il telefono rimane. Certo un titolo che dice Forget Samsung e Apple per una che ha Apple da quando ha cominciato ad avvicinarsi ad un computer è un colpo al cuore. Ma tutto cambia e forse anche noi. E la mancanza di Steve non poteva non avere conseguenze…
Per cui ti propongo questo: diamo la nostra voce al progetto Phonebloks attraverso Facebook e Twitter!
By the way: il filmato è molto carino!
Conscious Antonia
Cara Antonia, sai quanto io sia technology addicted…ma quest’idea mi piace e molto. Sempre per parlare di memoria: ho in casa una scatola con vecchi telefoni che non ho il coraggio di buttare, oltre che per il terrore di aggiungere elementi da smaltire in questo pianeta in sovrappeso di scarti. Però le cose si rompono e questa soluzione che propone Phoneblocks sembra rispondere appieno al problema. Ma risponde anche alla domanda di aumento delle performance cui la tecnologia di una casa o dell’altra ci stanno abituando o la riflessione che nasce dal progetto di Phonebloks è: “torniamo a telefoni che facciano i telefoni”?
Scritto per inciso: nella scatola c’è anche questo telefono
Capito questo, aderisco…eccome!
Virginia