Il Duomo di San Vigilio
Tra il 1964 e il 1975, sotto il Duomo di Trento, dedicato a San Vigilio, vennero condotte una serie di indagini archeologiche estremamente fruttuose. Le indagini sotto il Duomo duecentesco hanno permesso di capire le diverse fasi costruttive della chiesa.La chiesa di San Vigilio era una chiesa martiriale e cimiteriale extraurbana, mentre la parrocchiale di Santa Maria Maggiore custodisce quanto rimane di un edificio di culto urbano, sorto tra il IV e il V secolo d.C., in cui fu collocata la prima sede episcopale. La Passio di San Vigilio menziona entrambi gli edifici sacri.
Il Duomo sorse su un'area già urbanizzata in età romana, vicino ad una porta detta Veronese, erette durante il regno di Claudio. La basilica primitiva aveva una superficie rettangolare irregolare, di 14 metri per 44 ed era preceduta da un avancorpo e da ambulacri. L'edificio venne eretto per ospitare le spoglie dei tre martiri della Val di Non: Sisinio, Martirio e Alessandro. Tuttavia, alla fine, conservò solo le spoglie del trentino Vigilio.
Pianta del Duomo
Nel V secolo l'aula acquistò un carattere eminentemente funerario, ospitando diverse tombe terragne, poste le une accanto alle altre e separate da muratura. Per accoglierle fu demolito il pavimento dell'aula primitiva. Le lastre di calcare che coprivano le sepolture, spesso iscritte, funsero da pavimento della chiesa.Proprio grazie a queste iscrizioni, gli archeologi hanno potuto disporre di una cronologia abbastanza certa, che colloca i primordi di vita della chiesa di Trento tra il V e il VI secolo d.C.. Le epigrafi, inoltre, menzionano sacerdoti e un diacono ed anche fedeli laici, uno dei quali originario della Siria che esercitava la sua attività a Trento. Rimane l'interrogativo su dove fossero sepolti i vescovi di Trento.
Dopo un certo periodo di tempo, sulle sepolture venne steso uno strato di malta e posti in opera dei mosaici a motivi geometrici (550-575 d.C.). Nella complessa vita del Duomo, gli archeologi sono riusciti a riconoscere anche un parziale rifacimento del pavimento musivo nella zona del presbiterio. Purtroppo le tessere sono cadute. Contemporaneamente furono costruiti due ambienti absidali esterni che conferirono al complesso un aspetto cruciformi.
Nel IX secolo venne rifatto il pavimento dell'aula a lastre di calcare e questo coprì i lacerti musivi precedenti e suddivise, per la prima volta, la chiesa in tre navate. Tutti questi interventi sono attribuibili al vescovo Iltigario e gli studiosi pensano che fu proprio in questo periodo che la chiesa mutò d'uso e di funzione. Cominciarono ad esservi sepolti anche personaggi d'alto rango, come il duca Ermanno IV di Svevia, parente di Corrado II, morto nel 1038. Sempre nel IX secolo il Duomo fu ristrutturato ulteriormente. Fu riconfermata la suddivisione dell'interno in tre navate, con una campata mediana quadrangolare. Furono anche accorpati due sacelli preesistenti e venne costruita una cripta, della quale è visibile, oggi, solo una parte. Accanto alla chiesa sorse la nuova residenza del vescovo.
Pilastrini romani del Duomo
Ulteriori interventi vennero condotti tra l'XI e il XII secolo, quando venne stesa una decorazione pittorica e realizzato un coro con cinque absidi. Nel 1145, sotto il vescovo Altemanno, originario della Corinzia, e alla presenza di Pellegrino, patriarca di Aquileia, fu consacrato il nuovo Duomo di San Vigilio che custodì le spoglie del santo in modo definitivo.Dopo meno di un secolo venne deciso di ricostruire il nuovo Duomo, fondamentalmente quello romanico conservato fino ad oggi, tranne per quel che riguarda la cripta e il soprastante presbiterio, rifatti nel 1740. Vi operarono le maestranze di Adamo d'Arogno, maestro campionese. I lavori terminarono nel XIII secolo.