Italy 15 - 19 England
A poche ore dal calcio d'inizio la parola d'ordine negli ambienti inglesi era diventata "ugly win": anche male, purché si vinca. L'Inghilterra alla fine ha vinto all'Olimpico per 19-15 sull'Italia nella seconda giornata di Six Nations (il tabellino), al termine di ottanta minuti dai quali non era lecito attendersi un rugby particolarmente bello, con un terreno mezzo innevato e condizioni atmosferiche che ben sappiamo. Ma soprattutto per 47 minuti gli Azzurri sono stati avanti arrivando a +7, concretizzando cinicamente gli errori forniti dagli ospiti e costruendo quella dose di gioco necessaria per tenerli nella propria metà campo. Poi la tramontana è cambiata. Vediamo come.
La cronaca
Si gioca, non si gioca, si gioca eccome a Roma dove nel pomeriggio si era rimesso a nevicare e con il campo tinto di bianco. Righe rosse, un po' di pale e si comincia. Con gli uomini di coach Stuart Lancaster che tentano di marcare il più presto possibile, quelli di Jacques Brunel che reggono bene e mantengono il sangue freddo e infine riescono anche a indirizzare la tattica sul gioco al piede, affidandosi a Kris Burton. I placcaggi danno consistenza, si afferra l'avversario e lo si porta indietro. Martin Castrogiovanni torchia Alex Corbisiero nell'ingaggio, anche se l'arbitro Jérome Garces non si accorge che il pilone sinistro inglese entra sempre di traverso. Poste la basi, l'Italia si porta in attacco, mette piede nei 22 opposti e si rende abrasiva: tasta il terreno, finendo nel paio di occasioni per accelerare più del dovuto, nel senso che vengono anticipati i tempi per proseguire l'azione, che così si blocca.Ma è una guerra di nervi e si rimane svegli, come fa Tommaso Benvenuti al 21' quando libera e allenta la pressione dopo un attacco nel quale Ben Foden tra l'altro perde palla in avanti. E' comunque un segnale: gli ospiti tentano di alzare il ritmo, un Ben Youngs addormentato non li aiuta, ma ci provano. E al 27' aprono le marcature con il piazzato di Owen Farrell per un fallo di Burton su David Strettle: l'apertura lo sbilancia su un calcetto a seguire - nel proseguimento dell'azione (cominciata da un pallone perso dai padroni di casa in mezzo al campo) Corbisiero era arrivato a schiacciare in meta, ma Garces aveva già fischiato.
Gli italiani reagiscono, dopo lo svantaggio sono ancora più intenzionati a usare l'ovale dalla propria metà capo. C'è lo sforzo, l'avanzamento meno e intanto Castrogiovanni al 34' è costretto a lasciare spazio a Lorenzo Cittadini in prima linea per un infortunio alle costole. Il piano di guerra avversario si affida nuovamente al piede di Farrell al 36' per il 6-0, ma non fa i conti con i pasticci dietro. Così quando Burton usa il grabber una volta spostata la manovra nei 22, Foden e Charlie Hodgson bisticciano con l'ovale, l'estremo lo perde e Giovanbattista Venditti lo raccoglie prima che esca in rimessa e marca nell'angolo per il 5-6 (nella foto), visto la conversione non va a buon fine.
Gli avranno fatto il mazzo a Foden, negli spogliatoi, visto che allo scadere invece di calciare fuori a tempo ormai scaduto, si inventa una giravolta in mezzo al campo, con la rete azzurra che lo bracca e mentre tenta di riciclare per Hodgson, arriva Benvenuti che si spara cinquanta metri di gran carriera e va a marcare sotto i pali: evita il salto alla Chris Ashton, se lo avesse fatto almeno ci saremmo ricordati che in teoria era stata schierata anche l'ala suddetta. Tant'è, si va negli spogliatoi sul 12-6 e si respira bene.
Secondo tempo
La seconda parte dello spettacolo parte con i presupposti migliori: il penalty infilato ancora da Burton al 47', appena prima di uscire per Tobias Botes. Ma c'è qualcosa che bolle in pentola: prima Tom Palmer poi Tom Croft targettano con stile ruvido capitan Sergio Parisse. Una settimana a ricordare quanto sia forte e completo che la seconda linea compagno di squadra allo Stade Francais lo bracca mentre è volo e la terza linea gli riserva una vecchietta poco dopo mentre il Numero 8 italiano si lancia in esplorazione con un altro calcetto a seguire.
E' come se fossimo già entrati nell'ultimo quarto di gara, il momento chiave in un incontro a punteggio stretto. Ma è solo il 49' quando Hodgson replica la meta della scorsa settimana con la Scozia, solo che invece di intercettare il calcio di liberazione di Dan Parks incrocia la traiettoria di quello di Andrea Masi e riapre i giochi. Con due mediano di mischia sul terreno di gioco (Ugo Gori e Botes), a trasmettere il pallone all'estremo aquilano fuori da un raggruppamento nei pressi dei nostri 22 è Marco Bortolami. Tutto era cominciato con il fetcher Robert Barbieri che aveva conquistato possesso in ruck. Farrell non sbaglia la trasformazione per il 15-13, ma il +2 si percepisce come un pareggio. Il giovane centro dei Saracens non sbaglia cinque minuti più tardi e gli ospiti tornano in vantaggio.
Giro di cambi: Fabio Semenzato per Gori, Antonio Pavanello per Quintin Geldenhuys. Dall'altra parte Lee Dickson per Youngs e Ben Morgan per Phil Dowson: la loro presenza si notare. Il primo mette ordine, il secondo è il ball carrier che occorre a Lancaster per andare a contatto e fare metri di fronte ad una difesa italiana che rifiata. L'Inghilterra cerca la seconda marcatura pesante e non la trova - lesto Botes in un intercetto per evitare guai. L'inerzia azzurra cala, non c'è possesso e non si supera la linea di metà campo. Al 66' la prima linea nella quale intanto Tommaso D'Apice ha preso il posto di Leonardo Ghiraldini crolla nei propri 22 e Farrell allunga sul +4. Il discorso rimane aperto e Botes è concesso di accorciare dall'indisciplina ospite, ma calcia male e l'ovale si spegne lontano dai pali.
L'Italia riesce nell'intento di alzare il baricentro quando si entra negli ultimi dieci minuti e sbuca fuori Ashton, che spintona Botes senza palla. Il mediano non guarda alla rimessa, fissa i pali e ci riprova. Ma anche stavolta, dalla distanza, non si schioda il punteggio dei padroni di casa. L'ultima emozione, mentre ricomincia a scendere del nevischio. Da domani si ritorna in cantiere, mentre l'Inghilterra va alla pausa con due vittorie che servono per il morale e le convinzioni. Belle o brutte che siano, a Lancaster fanno molto comodo. Tra due settimane, trasferta a Dublino contro l'Irlanda.