Un termometro per la web reputation
Da Smconsulenzaweb
Internet non dimentica niente, non cancella niente e crea legittime
preoccupazioni per chi deve mantenere un profilo irreprensibile.
Ministri, imprenditori, professionisti, manager, aziende: tutti alla
ricerca di una buona "web reputation", indispensabile per poter avere
successo, vendere i propri prodotti, attirare consenso. Molte società
che si occupano di consulenza web, marketing e posizionamento sui
motori di ricerca offrono ora anche un servizio di web reputation, di
stima dell' immagine a fronte di una reputazione messa in gioco spesso
da concorrenti sleali che seminano sul web notizie non vere. E' la
nuova frontiera delle società di comunicazione a cui sempre più spesso
ci si rivolge per "ripulire" il proprio profilo. Come la PhiNet, gruppo
di digital marketing che negli ultimi mesi ha curato l' analisi della
reputazione web di protagonisti dell' economia italiana del calibro di
Diego Della Valle, Sergio Marchionne, Luca Montezemolo, Corrado
Passera, Alessandro Profumo. Per la cronaca il preferito è Della Valle
per le sue aperture liberal e per le critiche al passato governo, ma
Montezemolo è il personaggio di cui si è parlato di più. Maglia nera
per Marchionne, mentre il neoministro Passera ha guadagnato in
popolarità grazie alla presenza sui social network. «La web reputation
è misurabile spiega Alessandro Giovannini, amministratore di PhiNet
poiché oggi disponiamo di strumenti per monitorare quotidianamente
miriadi di fonti ed associare ad esse valori quali il rank di
autorevolezza, il volume di visitatori e visualizzazioni e la capacità
di diffusione virale di un contenuto. È necessario un radicale
cambiamento di strategie di comunicazione e di registri linguistici
poiché la "voce" dell' azienda è, nei social media, sullo stesso piano
di quella del suo utente». Il fatto nuovo è la rapidità con cui i fatti
si diffondono in rete generando opinione, specialmente in contesti di
crisi. «Il valore aggiunto di una buona comunicazione web sta nella
capacità di saper interpretare correttamente la rete e poter quindi
prevenire situazioni critiche». Ma come si fa a cancellare dati,
articoli e commenti negativi dal web? Lo spiega Giuseppe Fragola, Ceo
di Icc Digital Media Strategies, azienda di comunicazione e consulenza
sulle strategie e le opportunità offerte dalla rete: «Icc effettua
tutta la complessa attività di monitoraggio e di analisi della web
reputation mediante Imetrix Digital Media Analytics, una piattaforma
proprietaria che fornisce migliaia di informazioni sui canali digitali,
social media, video, mobile. Purtroppo non è possibile cancellare
tutti i dati dalla rete perchè la gestione della reputazione online di
una persona, di un' azienda o di un prodotto prevede una complessa
fase di monitoraggio di milioni di fonti nella rete come blog, siti,
social network, video e chat. Quello che offriamo ai nostri clienti è
un' attività di sensibilizzazione delle fonti, la gestione delle
strategie di pulizia dei contenuti lesivi sui diversi canali digitali e
la creazione di una digital identity protetta». Il "lavaggio" virtuale
funziona così: una volta individuati mediante un' attività di brand
monitoring i contenuti lesivi della reputazione del cliente, si
predispone un dossier riepilogativo con tutte le soluzioni, sia
tecniche che giuridiche. Si mettono poi in atto tecniche di web washing
finalizzate a nascondere alla quasi totalità dei navigatori i
contenuti ritenuti lesivi. «Al riguardo aggiunge Fragola presenteremo
il 28 marzo al convegno Was (Web analytics strategies), l' evento
italiano di riferimento per la misurazione di Internet, mobile e social
media, organizzato dal Sole 24 Ore, un caso di studio sul
monitoraggio dei profili "social" di Nikon Italia, considerata, da uno
studio dell' università Cattolica, la seconda azienda in Italia tra
quelle più attive sui social media». Il più recente studio sulla web
reputation sui social media è stato condotta dalla C' Entro
Comunicazione, una web agency che si è concentrata sull' utilizzo dei
social network da parte dei leader politici italiani. «In particolare,
grazie alla piattaforma Blogmeter, un software proprietario denominato
Facebook Social Analytics, ci si è soffermati sull' analisi dell' uso e
il gradimento di Facebook da parte dei leader politici dei maggiori
partiti come Vendola, Di Pietro, Alfano, Bersani e Casini», spiega
Alessio Gallicola, fondatore di C' Entro Comunicazione. «I primi
risultati sul periodo 12 febbraio12 marzo 2012 hanno messo in luce la
leadership di Vendola per numero di fan (522.095) seguito da Di Pietro
(262.170) Alfano (79.514) Bersani (73.744) e Casini ( 21.802)». Sulle
strategie editoriali vince Bersani che lascia su Facebook e Twitter la
massima libertà di interagire mentre Alfano guadagna l' ultimo posto
proprio perchè non permette commenti sul proprio profilo. «Gran parte
della nostra attività è comunque dedicata al "washing"», spiega
Gallicola. «Generalmente si rivolgono a noi aziende i cui concorrenti,
con il fine di trarne indebito vantaggio commerciale, pongono in
essere attività diffamatorie o di concorrenza sleale nelle proprie
attività di marketing, sui siti web o sui social media. Sempre più
spesso ci contattano anche imprenditori, professionisti, manager, tutte
persone che per ragioni personali o professionali hanno avuto una
visibilità mediatica inaspettata e spesso non voluta. In questi casi
impressiona molto come una vita e una carriera possano essere
irrimediabilmente rovinate dalla pubblicazione online di contenuti
negativi, indipendentemente dalla loro veridicità».
Potrebbero interessarti anche :