Un terremoto a Borgo Propizio (Salani Editore, 2015) è il terzo volume delle fiabesche cronache del piccolo centro nato dalla fantasia di Loredana Limone. Un paesino sospeso nel tempo dove tutto sembra accadere per incanto, come dentro ad una di quelle palle di vetro in cui, agitandole, si vede scendere la neve finta ipnotizzante e rasserenante. Ancora una volta la scrittrice napoletana tiene per mano il lettore accompagnandolo in una piacevole passeggiata in mezzo a viuzze misteriose e all'interno di case sempre colme di voci, pensieri e profumi, ridimensionando la sua fisionomia di adulto divoratore di pagine a minuscolo abitante di un mondo fatato che nulla ha a che fare con la vita reale.
O meglio, i barlumi di autenticità compaiono nelle dinamiche sentimentali che in questo nuovo capitolo hanno un ruolo predominante tra le vicende che intrecciano i cittadini di Borgo Propizio, in cui il terremoto rappresenta un bizzarro ed estremo trait d'union: le scosse arrivano improvvise da un giorno all'altro a invadere spazi già di per sé precari, a destabilizzare equilibri fragili come la cartapesta con cui sembra costruito questo mondo fittizio, e non a caso si tratta di un romanzo pieno di bugie e tradimenti declinati in tutte le gradazioni possibili.
Dall'episodio capitato per caso, senza infamia e senza lode, della "toccata e fuga" tra Francesco, fidanzatissimo, ma in crisi, con Belinda, e Andreina nella cucina del Ristorante Rimembranze, al tradimento maturo e consapevole, trainato dalla sfrenata passione di mezza età, tra l'avvocato Cesare e l'avvenente vichinga Ingrid; c'è l'intesa intensa e penetrante che veicola i pensieri di Mariolina nei confronti dell'assessore allo Sport Mirko Mezzanotte, mentre suo marito Ruggero, se da un lato cova sospetti, dall'altro non sembra accorgersi dei tentativi di seduzione messi ostinatamente in campo dalla sua segretaria Alice. Per non parlare poi degli amori tormentati perché impossibili, come quello tra il famoso scrittore Rocco Rubino e Antonia, o il legame di eterno affetto, impossibile da tramutare in qualcosa di più, che unisce il sindaco omosessuale Felice Rondinella alla fidanzata "di facciata" Marietta.
Il terremoto quindi non è solo una tragedia distruttiva totalmente spiazzante per i propiziesi, ma diventa l'annuncio funesto di tanti intrighi celati dietro a parole non dette e sguardi furtivi, mentre lentamente scorre parallela la pista gialla dell'indagine per l'omicidio dell'assessore alla Cultura Tranquillo Conforti. Persino il mistero che aleggia intorno a questo fatto è condito da pizzichi zuccherini di paesanità concentrata: ecco che le indagini del maresciallo Saltalamacchia si lasciano guidare dai pettegolezzi delle comari, dalle voci indiscrete mormorate fra i vicoli del borgo, che non esitano a puntare il dito contro il personaggio più moralmente "scomodo", il sindaco stesso, fomentando le più maligne e fuorvianti illazioni.
Insomma, questa nuova cronaca di Borgo Propizio offre al lettore il piacere delle chiacchiere, quel tanto che basta dell'adrenalina della detective story e la curiosità stuzzicante nello scoprire, pagina dopo pagina, nuovi dettagli delle tresche in atto: è forse questo il vero punto forte del romanzo, più che l'indagine sul delitto, che alla fine perde del tutto concretezza sfumando fino a dissolversi per lasciare la scena libera alla celebrazione toccante di uno dei personaggi a cui sicuramente i lettori delle cronache propiziesi sono più affezionati...
Anche stavolta non si tratta di un finale compiuto e impacchettato, ma, al contrario, si capisce bene che i personaggi, dopo le scosse, sono pronti a ricostruire nuovi tasselli della propria vita, salutando col cuore in mano un'anima bella che continuerà a essere onnipresente tra i destini di Borgo Propizio.