Via Scoop.it – Med News
Ormai quasi ognuno di noi ha il proprio “avatar” nei social network: cioè la propria foto o simbolo che lo contraddistingue in mezzo agli altri, rendendolo pressochè unico. Pochissimi di noi (per fortuna, in realtà) hanno invece il proprio “avatar biologico” in un topolino.
L’avatar biologico è infatti un modello animale nel quale sono state trapiantate le cellule tumorali di un paziente, riproducendo quindi in un altro organismo la copia esatta della patologia. Come presentato all’ultimo congresso della Human Genome Organization (HUGO) in Australia [ http://goo.gl/XsxtC ], questo innovativo approccio di sperimentazione animale ha lo scopo di testare nell’animale da laboratorio differenti approcci farmacologici, in modo da selezionare quello più idoneo da trasferire poi nel paziente.
Ecco quindi che la recente creazione da parte di un gruppo australiano di un avatar murino per un tumore pancreatico ha consentito di selezionare il farmaco antitumorale, più efficace in quel caso; sebbene purtroppo non sia stato possibile somministrare il farmaco al paziente, perchè deceduto nel frattempo, questa strategia appare promettente. Tant’è che diversi gruppi si stanno orientando verso questo approccio di ricerca traslazionale.
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