
Francamente, non vorremmo essere nei panni di B. in questi primi giorni di forzata permanenza in Italia (dopo il ritiro del passaporto): chiuso in una delle sue residenze dorate, circondato dal trio Santanché-Bondi-Capezzone (e con il duo Gasparri-Cicchitto che, magari, si fa vivo per telefono) e dai suoi "tre legali tre" a ragionare sul fare o non fare domanda di grazia, scegliere tra detenzione domiciliare o affidamento ai servizi sociali, togliere o meno l'appoggio al governo dopo il probabile voto del Senato sulla sua decadenza da senatore, attendere l'esito degli altri processi e inchieste che lo riguardano a cominciare dall'appello sul caso Ruby, il tutto proseguendo nella strategia del silenzio per non abusare (troppo) della pazienza quirinalizia secondo i consigli "coppiani" (nel senso dell'avv. Franco Coppi, il "campionissimo" del Foro). Ecco, B. ce lo immaginiamo come un leone in gabbia, frenetico e ansioso ma anche triste, che alterna momenti di attacchi furibondi contro chi non riconosce il suo ruolo di autentico "statista" a momenti di depressione per aver subito l'onta della prima condanna definitiva, insomma un ferragosto da non augurare a nessuno!