Magazine Diario personale

Un tranquillo weekend di tensione

Da Lacocchi @laCocchi
Tiriamo le somme del Vinitaly: sonno arretrato, fatto ubriacare una buona percentuale dei visitatori alla fiera, mangiato un cazzo per cinque giorni, lividi sparsi per il corpo causa spostamento di cartoni di vino, e causa sgabuzzino minuscolo e pieno di spigolosi cartoni, pronti a ferirmi.
Sabato è stato il degenero, non pensavo sarei arrivata sana e salva alla fine della giornata. Ho fatto la pipì una volta in 8 ore, che per me è una cosa impossibile, incredibile, da incorniciare: io sono come i bambini, ho il canale diretto. Non fa fermate intermedie.
Sabato notte, dopo la giornata leggera che tutta la famiglia aveva passato, la nipotina ha deciso che quasi quasi era il momento di nascere: lei è una ragazza notturna, e alle 3 di mattina ha fatto si che le acque si rompessero. E poi basta. Basta nel senso che ha aspettato un giorno intero per nascere, anzi no, quasi 2.
Domenica la famiglia ha passato tutto il giorno in fiera controllando ogni 2x3 il telefono, e messaggi, e chiamate, e passaggi nello stand del cognato per vedere se era ancora li, o se era scappato via per assistere alla nascita delle figlioletta, ansia. E dire che gliel'avevo detto io alla nipotina: "Aspetta che passi il Vinitaly per nascere, che il tuo papà lavora, il nonno lavora, le zie pure. Ok, ci siamo capite?" Ma mia nipote è una sveglia. Cosa pensate.
Lunedì ancora niente news, lei stava bene li dentro alla pancia e non dava segni di voler nascere.Quindi tutta la famiglia di nuovo in fiera, con il solito giro di sms, chiamate, passaggi agli stand e blablabla.
Ho finito di lavorare alle 17. Alle 17.45 ero in ospedale a trovare futura mamma e nipotina. Alle 18 sono iniziate le contrazioni.
Ora non per essere, ma ha sentito la zia, e avrà pensato: "E' ora!"
Si è fatta attendere, come tutte le ragazze che si rispettino, per ben 10 ore. Io e madre aspettavamo in sala d'attesa come nei migliori film americani: ogni volta che si apriva la porta ci alzavamo, e una di noi diceva "E' nata!" e invece no. A differenza delle sale d'aspetto americane però, l'ospedale di Borgo Roma offre delle scomodissime sedie di legno che ti squadrano il culo, un bagno solo, posto nel reparto più lontano di tutti, una macchinetta con una cioccolata che sa di The caldo, e un freddo cane.
E poi alle 4.11 della mattina di martedì, io che dormivo sulla sedia dura, madre che passeggiava, abbiamo sentito un piantino in lontananza, dalla sala parto. Era lei.
Dire che è bella è dire molto poco: appena è uscita stava li, occhioni spalancati a fissarsi le manine, con una motta di capelli neri da vera rocker.
Dorme e mangia e caca, ma è già uno spettacolo: mentre dorme si fa delle crasse risate alla facciaccia nostra, si stiracchia tutta che è un piacere, apre un occhietto alla volta, ti fa l'occhiolino, poi li apre tutti e 2 si guarda in giro e poi li richiude, fa degli sbadigli incredibili, si tira pure le coperte in faccia se c'è troppa luce.
Appena l'ho vista è stato amore.
E poi è tutta sua zia: quando sono arrivata in ospedale cantavo questa, e sono iniziate le contrazioni.
Ditemi voi se non è tutta sua zia.

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