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“Dire che ti penso è un controsenso - perché sei sempre qui - tra le mie dita come la vita che in un sorriso vivi”.
Dire che sono stanca che tu sia il mio primo pensiero ogni volta che mi sveglio è…un eufemismo. Perché mi sveglio almeno tre volte a notte e preferivo quando l’unico pensiero era quello di andare in bagno. Mi alzavo, mi toglievo il pensiero e ritornavo a letto tranquilla. Invece adesso no. Neanche più in bagno devo andare, anzi ho sete, devo bere, e non mi è mai piaciuto bere in dormi veglia. Così ho ancora più tempo per indugiare su di te. Di buono c’è che finalmente smetto di ripercorrere i ricordi.
Dopo l’ennesima notte così, stamattina quando ho aperto gli occhi eri di nuovo lì davanti. E ho sentito un desiderio fortissimo. Quello di tornare al 14 luglio scorso, con un solo avvertimento. Un avvertimento infilato sotto pelle. Voglio sentirlo traspirarmi addosso. Voglio capire come sia possibile che ‘sto gioco mi si sia appiccicato addosso con tanta forza. Eppure riconosco che non c’è nessun legame, nessun motivo. E continuo nonostante tutto a non riuscire a staccarmelo di dosso. Ho passato l’ultimo mese a far tutto quanto in mio potere per rimuovere fino all’ultima traccia di ricordi e sensazioni e adesso quei giorni mi sembrano lontani anni luce anche se così non sono. Ma non mi basta. Anche seppellito sotto una montagna di altre sensazioni continui a farmi sentire la tua esistenza. E col tempo tutto si attenua e bla bla bla… ma di pazienza non ne avevo e non ne ho. Eppure in qualche modo sparirai dalla mia testa. Questo è certo.
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