Il paese di Grazzano nasce più o meno intorno all'anno 1000, anche se la data non è certissima, come frazione del comune di Vigolzone.
La Grazzano di oggi, lega la sua storia ad una della famiglie più potenti della storia italiana: "I Visconti di Milano".
Grazzano Visconti in provincia di PC, è uno di quei piccoli borghi della nostra bella Italia che mantiene inalterato l'antico fascino medievale anche se, non ha verso gli uomini del Medioevo quel debito di riconoscenza che lì per lì si potrebbe immaginare.
Fu infatti il conte Giuseppe Visconti, nel 1900 circa che diede il via alla trasformazione delle fatiscenti case coloniche in fascinose dimore medievali.
La storia racconta:
"Ottone Visconti aveva uno stemma raffigurante 7 corone. Andato nel 1187 in Terra Santa, sconfisse in duello un valoroso saraceno a nome Voluce che portava sul proprio elmo una vipera tortuosa che divorava un bambino.
Da qui nacque lo stemma della famiglia Visconti, un biscione a 7 spire.
Nell'ultima domenica di maggio di un anno di fine Trecento, il borgo è addobbato a festa, perché il Conte Giovanni Anguissola riceve la visita della bellissima Valentina signora d'Asti, in viaggio verso la Francia per sposare il duca d'Orleans.
Per festeggiare la giovane Valentina e per designare chi avrebbe avuto l'onore di scortarla sino in Francia il Signore di Grazzano organizzò un palio con giochi di destrezza, abilità e coraggio tra le migliori casate Piacentine".
Nell'ultimo w.e. di maggio da ben 39 edizioni, Grazzano Visconti diventa lo scenario perfetto per la rievocazione storica dei fatti più salienti che hanno fatto di questa cittadina, una delle mete turistiche più apprezzate anche in altri periodi dell'anno per via delle bellezze architettoniche che la caratterizzano: il Castello; la Cortevecchia; etc.
(vedi fonte)
Quando la voglia di stare in casa o davanti ad un pc, comincia a scarseggiare ed aumenta invece il desiderio d'uscire, di godersi le belle giornate di sole, una capatina a Grazzano Visconti, potrebbe tornare utile allo scopo :-)
Un abbraccio, buona domenica. Alla prossima, Debora.