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Un turbinare masturbatorio di forme stilistiche

Creato il 07 luglio 2010 da Pupidizuccaro

letteratura-   Questi intellettuali hanno rotto il cazzo. Ci provo a leggere ste riviste letterarie, ‘sti blog, ‘sti siti pieni e pieni di parole…

-   Non ci riesci?

-   No! Fanno a gara a chi sa infilare più paroloni in quattro frasi. Si divertono con le citazioni. Chi ne sa di più vince. Fanno i fighi con filosofi e scrittori e professori amici loro. Più sono sconosciuti e più ci godono.

-   Che palle, mi stai diventando Banale. Stai tirando fuori solo Luoghi Comuni. Gli Intellettuali sulla loro Torre D’Avorio. Gli Intellettuali che si guardano l’Ombelico.

-   Giusto!

-   Ma finiscila! Se non ci fosse Gente che Pensa, che cerca di Capire, Studiare, Analizzare, dove andrebbe a finire la Coscienza Collettiva, l’Opinione Pubblica?

-   Non dico che gli intellettuali sono inutili, per carità. Mi chiedo solo perché cazzo sono così…così…come posso dire….

-   Autoreferenziali?

-   Cioè?

-   Che si riferiscono solo a loro stessi. Che utilizzano un Codice Comunicazionale Esoterico.

-  Parla potabile…

-   Che si capiscono solo tra di loro. Che non fanno capire niente agli altri. Ai comuni mortali.

-   Esatto. Sono autoreferenziali.

-   Ma dai. Le Citazioni, i Paroloni…non ti puoi attaccare a cose così…sono Dettagli, Vezzi, Raffinatezze…prova a capire cosa c’è sotto, cosa vogliono dire. Perché – se non tutti, almeno qualcuno – gli Intellettuali hanno ancora Molto da dire.

-  Ma si, ma si. Questo te lo concedo. Ma cazzo, perché devono stare sempre a scrivere di letteratura, di generi letterari, di tecniche di narrazione, di stile. Questa parola: stile, stile e sempre stile! Come se la storia della letteratura e del pensiero fosse solo un turbinare masturbatorio di forme stilistiche. Come se ai letterati interessasse solo l’arida tecnica, come fossero interessati solo a quello che devono infilare nella propria Grande Opera! E quanto, ma quanto, gossip! E quanto scopava quello scrittore, e quanto era stronzo quell’altro, e i dolori di quell’altro ancora! E il mondo? E la vita? Quando ne parlano di queste cose? Non dovrebbe essere il loro campo d’interesse? Non dovrebbero concentrarsi su cose più serie?

-   Dio mio, sei decisamente peggiorato negli ultimi tempi. Una volta non eri così Superficiale. Confondi la Letteratura con la Filosofia…ma che dico! La confondi con la Critica Letteraria! È come confondere Bruno Pizzul con Pelè. Forse leggi troppi che scrivono di Letteratura e troppo pochi che fanno Letteratura.

-   Ah, perché, c’è differenza?

-   Stronzo.

-   Parlo seriamente. Cosa intendi con “fare letteratura”?

-   Senti, non mi va di fare Discorsi così Complicati con te.

-   Ah, sono troppo ignorante?

-   No, solo Aggressivo.

-   Allora senti questa: secondo me tutti questi intellettuali della mia minchia si sono scordati cosa significa fare letteratura. Raccontare e dire qualcosa sul mondo. Trovarne l’angolazione, cercarne le chiavi di volta. Non esistono più. Sono ciechi, pallidi e senza vita. Non si pongono più domande, se non sulle quattro cazzate che hanno studiato qua e là. Ancora devono riprendersi dalla botta di aver perso l’aureola… e che sarà stato mai!

-  Visto? Sai pure parlarmi dell’Aureola. Mica sei Ignorante come credi.

-  Non mi hai risposto.

-  Non mi va: parli di artisti, letterati, intellettuali come fossero la stessa cosa. Confondi tutto e su tutto spari a zero. Prima fatti un’idea di certe categorie e poi ne parliamo. Sei troppo Superficiale, così non ne vale la pena.

-  Vaffanculo.

-   E sei pure pieno di Pregiudizi.

-   Olè.

-   Ti dico una sola cosa e me ne vado: è dall’Alba dei Tempi che Lo Stile è Fondamentale.

-   Lo stile è fondamentale quando l’arte non ha più nulla da dire.

-   Basta, devo andare.

-   Solo un’ultima cosa.

-   Che c’è?

-   La prossima volta usa meno Maiuscole altrimenti sarò costretto a vomitare.

-   Non credo ci sarà un’altra volta.

-   Ma dai! Ti sei incazzato veramente?

-   No, devo finire il romanzo della vita. Credo che dovrò stare chiuso in casa per il resto della mia vita.


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