Magazine Lavoro

Un "ultima" con la pistola

Da Brunougolini


Se non siete anime belle andate a vedere “Gli ultimi saranno ultimi” film dove si ride e dove si piange. Dove c’è una fabbrica e dove una donna ama il suo lavoro anche se l’ambiente può risultare sporco e insopportabile. Perché il lavoro da dignità, altro che il “rifiuto del lavoro” caro alla vecchia “autonomia operaia”.
Dove c’è un’umanità paesana e un marito focoso e fannullone. Dove c’è un contratto rinnovato di anno in anno (prima del Jobs Act che darà tre anni sovvenzionati e spensierati e poi lo spauracchio di una possibile fine lavorativa). Dove c’è una gravidanza che provoca non il licenziamento, certo, bensì la "interruzione del rapporto di lavoro".
Dove non c’è il sindacato anche se c’è un dirigente che vuole assomigliare a un sindacalista. Dove c’è invece del sindacato una pistola per avere il reintegro, nonché un poliziotto veneto trasferito ad Anguillara nel Lazio e anche un trasgender che vorrebbe essere normale. Con una magnifica Paola Cortellessi, accompagnata da due altrettanto bravi ovvero Alessandro Gassman e Franco Bentivogli. Il tutto per opera di Massimiliano Bruno, un Ken Loach romanesco. Bravo.

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