Visto in DVD.
Non avrei detto che nel mondo anglosassone sarebbero stati disposti a realizzare un film dove l’immobilità di More fosse presa ad esempio come insistita protesta non violenta verso chi cerca di piegare la libertà individuale.
Detto ciò il film è decisamente ben realizzato come messa in scena, con una sequela di attori di grandi capacità un po’ in tutti i ruoli (dal mastodontico Welles come vescovo dell’incipit ad un giovane John Hurt), la trama è ben costruita con grandi dialoghi profondi e sempre interessanti… però Zinnemann si limita a fare bene i compiti e non vuol fare di più. La libertà visiva di Un “Mezzogiorno di fuoco” è totalmente assente e quella grandiosa ambiguità è andata perduta del tutto, qui tutti sono decisamente buoni, decisamente cattivi o decisamente traditori, tutti fanno grandi discorsi e tutti sanno già come andrà a finire.Un buon affresco storico (più o meno credibile), ma senz’ anima.