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Un uomo,un prete per gli indios /"Il prete e l'antropologo"di Silvano Sabatini/ Ediesse-editore

Creato il 01 maggio 2012 da Marianna06

 

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Personalmente ho un debito con p. Silvano Sabatini, missionario della Consolata perché ,quando lo conobbi a Torino, molti anni fa (oggi Sabatini è novantenne),mi fece innammorare  della causa degli indios brasiliani e lo fece inizialmente solo attraverso il racconto verbale, vivacissimo, delle sue esperienze di 40 anni di Amazzonia brasiliana.

E non poteva essere diversamente perchè p.Silvano è un uomo di grande fede ma anche di grande comunicativa.

L'altro, ogni altro dinanzi a lui, è importante.

E' inoltre uno studioso e uno scrittore (ha al suo attivo diverse pubblicazioni con le maggiori case editrici del nostroPaese ) la cui ultima fatica "Il prete e l'antropologo" è stata di recente pubblicata da Ediesse-editrice.

Per inciso è stato anche un validissimo fotografo.

Uno dei miei primi articoli su "MissioniConsolata" fu corredato appunto da foto scattate da lui.

Per suggerire la lettura del libro, che merita, e dare un piccolo flash, un' istantanea di chi è ed è stato Silvano  Sabatini, prima uomo e poi prete, proprio come voleva Giuseppe Allamano, il fondatore dei Missionari della Consolata, riporto quanto segue, estrapolato da un articolo-intervista di Adista del febbraio scorso.

"Non abbiamo mai battezzato-precisa Sabatini per sé e per gli altri missionari che all'epoca con lui  collaboravano- uno yanomami, perché eravamo convinti che non avesse senso battezzare la persona fuori della comunità e che è la cultura che deve essere evangelizzata e deve trovare in essa la forma per esprimersi in modo cristiano. Il discorso ovviamente vale anche per le missioni e i popoli d'Africa.Battezzare fuori della comunità è un assurdo, avrebbe significato solo creare nel battezzato una doppia personalità".

Io dico uno "straniamento" da sé a sé, che è letale per questi uomini e queste donne, che hanno una  loro dignità di persona e una loro cultura di riferimento, che va rispettata.

Inutile pertanto domandare a p.Silvano quanti yanomami ha battezzato nella sua vita di missionario,perchè la riposta franca é :" Per grazia del Buon Dio neanche uno". 

Per chiudere voglio ancora ricordare quello che potrebbe apparire un  aneddoto a proposito della sua scelta missionaria e forse non lo è.

Alla mia domanda, di tanti anni fa, egli mi rispose che tutto per lui era cominciato da chierichetto, ruolo che svolgeva con grande serietà e piacere perché ,dietro l'altare, poteva giocare anche a biglie con gli altri compagni.

Questo è l'uomo, questo è il missionario.

Simpatico, brillante, intelligente.

Ma, naturalmente,p.Silvano Sabatini è anche tante altre cose che si possono scoprire solo leggendo i suoi libri.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)


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