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“Un uso qualunque di te”, libro di Sara Rattaro – recensione di Rebecca Mais

Creato il 10 gennaio 2013 da Alessiamocci

“A essere più dolorose sono davvero le nuove ferite, quelle ancora pulsanti, dove il sangue sembra non fermarsi e il bruciore ti fa mordere le labbra, o quelle vecchie, magari rimarginate da anni, con la loro cicatrice dura che ti trovi a torturare quando sei sovrappensiero? Mi sono chiesta se le nostre vecchie ferite debbano insegnarci qualcosa, qualcosa che abbiamo superato, una lezione su quello che dobbiamo evitare in futuro.”

“Un uso qualunque di te”, libro di Sara Rattaro – recensione di Rebecca MaisViola è una giovane ragazza amante della vita e del suo lavoro di gallerista e nel momento in  cui conosce Carlo si rende conto di essere stata investita da una fortuna inaspettata.

Lui l’ama profondamente, è sempre presente nella sua vita e vive per lei. Inizialmente è così anche per lei, ma la sua discontinuità e l’essere distratta da ciò che è importante nella sua vita, va alla ricerca di qualcosa di ignoto, probabilmente neppure lei sa di cosa si tratti realmente.

Nonostante tutto Viola e Carlo hanno una splendida bambina, Luce. Ma un giorno accade qualcosa di imprevisto: il marito la chiama dall’ospedale, è accaduto qualcosa alla loro figlia ormai diciassettenne e le loro vite cambieranno irrimediabilmente.

Un uso qualunque di te”, Giunti Editore 2012, mostra come la vita ci porti spesso verso strade che non sempre siamo noi a scegliere in modo diretto. Spesso è qualcosa dentro noi a spingerci a comportarci come mai avremo pensato e a distrarci da chi veramente ci ama.

Tramite una serie di salti temporali, la brava Sara Rattaro (già autrice di “Sulla sedia sbagliata” Morellini 2010), ci mostra come l’amore sia l’inevitabile protagonista di ogni vita e come questo possa portarci a consapevoli quanto terribili decisioni.

Duecento pagine circa stilisticamente ben scritte che volano sotto i nostri occhi, un commovente e tragico finale a sorpresa che fa riflettere sull’importanza della vita, sulla sua fuggevolezza e sull’essere tanto attraente quanto imprevedibile.

Mi chiesi se quest’uomo, in un’altra vita e in un altro mondo, l’avrei mai potuto amare. Amare come si ama a sedici anni, quando per sempre è davvero per sempre, quando ci credi nonostante tutto e nonostante tutti, quando tutto, anche la cosa più squallida, trova il suo posto.

Written by Rebecca Mais


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