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Un venerdì sera in una milonga

Creato il 11 maggio 2014 da Lundici @lundici_it

C’è un posto in Lussemburgo, a Rue de Longwy 365, che è come se ti portasse indietro di decenni. In una città piena di apparenze scontate e dimostrazioni eccessive del dio denaro, trovare un piccolo angolo di mondo autentico, sembra irreale. Entri e vedi subito una foto del “Che”, la bandiera cubana e un’atmosfera latina.
Bottiglie di ogni tipo di Rhum, è l’unico posto della città dove puoi bere un buon mojito e ti senti bene perché l’atmosfera è frivola e leggera, senza pretese. Non è come il “companjero” altro posto in Lussemburgo un po’ latino, dove trovi musica orrenda e solo gente da “rimorchio”. No, la Brasserie de l’Arret, è un posto per l’appunto di fermata che concilia ogni tipo di persona.

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Ci passai un venerdì qualunque. E invece che a Cuba mi sentii in Argentina.
Entrare in una milonga di Buenos Aires, è come entrare in un mondo dentro un mondo. Scostai il tendone rosso, una fisarmonica mi inebriò, l’orchestra, e loro, i ballerini. Un muro di scarpe alla mia destra erano tutte in fila, sandali da donna, vernice, rossi, bianchi, neri, di qualsiasi colore, scarpe da uomo morbide, e tutto questo mi catapultava in un altro luogo, lontano da dov’ero. Lontana dai pesi giornalieri, mi sentii come dire in un’altra epoca e luogo … negli anni ’30 e ’40, i vestiti neri, rossi, attillati, calze con la riga posteriore, e l’uomo che dirige.

Ogni coppia proponeva una dinamica diversa, lei ad occhi chiusi, sempre lui che guidava. E gli equilibri che il solo tango detta, le regole che da occhi “che ignorano” sono quasi arcaiche. La donna aspetta a bordo sala e l’uomo invita. Quel venerdì è stato come scoprire qualcosa di diverso. E io da osservatrice mi beavo di quello spettacolo un po’ insolito per me, ma coinvolgente, ristoratore. Sì, perché probabilmente chi ballava diventava solamente un ballerino, senza aver il peso di essere un dipendente di banca, un funzionario delle istituzione europee, un manager di una fiduciaria.

La Balera, Polka Night Ravenna Festival 2013

La Balera, Polka Night Ravenna Festival 2013

Ed è stato come quando una fotografa mi raccontò di aver fatto un servizio fotografico dentro alle “Balere”, interpretazione romagnola del ballo popolare, il Liscio. Mi disse di come fosse stato, per lei, come entrare in un’altra epoca, un po’ scomparsa forse. Mi parlava di questi “agghindamenti” un po’ azzardati e fuori luogo, ma che animavano la pista da ballo.
Donne romagnole eccessivamente appariscenti per la loro età, una fisarmonica e l’aria un po’ vivace, con i suoi accenti romagnoli di S e C.
Mi disse che pero’ ogni coppia aveva una sua armonia e si era divertita a scoprire un mondo che non conosceva.

È un po’ quello ch’è successo quel venerdì di febbraio alla Brasserie de l’Arret. Entrare in un’altra espressione popolare.
E capire come il ballo sia come parlare in silenzio.


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