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Un vero film dell'orrore: Lei - Spike Jonze (2013)
Creato il 29 gennaio 2014 da Sommobuta @sommobutaIl mondo è letteralmente governato dalla tecnologia.
Theodore, uomo di mezza età, sta passando un brutto momento a causa del divorzio con quella che sarà – da li a poco – la sua ex moglie. Le sue giornate sono grigie, monotone, tutte uguali.
Almeno fino a quando, sul suo computer, Theodore non installa il nuovo Sistema Operativo senziente (che si autonomina Samantha).
Ben presto, tra Theodore e Samantha scatta la proverbiale scintilla…
Che scritta in questi termini, questo Lei (o meglio, Her) di Spike Jonze sembra un film comico.
Invece è un film dell’orrore in piena regola.
Ma andiamo per gradi.
Credo ci siano due modi con cui ci si possa approcciare a questo film: quello di chi cerca una storia d’amore in un contesto fantascientifico…e il film dell’orrore.
Sotto vari aspetti, Lei è un film che (potrebbe e parrebbe) abbatte(re) le barriere del pregiudizio. Quella tra Theodore e Samantha è una bellissima storia d’amore, non molto dissimile da altre storie d’amore tra uomo e macchina.
D’altronde il mondo è pieno di libri, film e telefilm con intelligenze artificiali che arrivano ad autodeterminarsi e raggiungere la fantomatica singolarità. Senza voler andare a scomodare i Nexsus di Blade Runner, basta anche solo pensare all’Intelligenza Artificiale più celeberrima di sempre, Hal 9000.
Buongiorno, Dave (cit.)
Per avere un’idea di cosa sia Lei, immaginatevi proprio un Hal 9000 con la voce di Scarlett Johansson (o con la voce di Micaela Ramazzotti), che vi gestisce vita, morte e miracoli, e col quale il protagonista si innamora. Da una parte c’è lo stupore per un rapporto di questo genere (il film analizza e mostra le fasi “standard” di un rapporto d’amore “standard”, passando dagli approcci iniziali, ai flirt, ai primi appuntamenti, al diventare coppia, con tutti i pro e i contro che comporta – soprattutto i contro, essendo il Sistema Operativo Samantha, per l’appunto, un sistema operativo privo di corpo e materia), ma dall’altro…beh, dall’altro c’è l’orrore puro.
Al di là del fatto che il film è bellissimo e coinvolgente, pur essendo molto misurato nei tempi narrativi; al di là del fatto che si regge quasi esclusivamente sulla performance di Joaquin Phoenix, davvero monumentale; ecco, al di là di tutto, il film fa davvero fottutamente paura.
Un appuntamento col Sistema Operativo...
Si assiste per due ore alla storia di questo tizio…col suo computer. Per dirla terra terra, è come se voi andaste in giro a trombare con l’evoluzione del vostro smartphone*.
In un mondo che è praticamente il nostro, dove la collettività è sparita, il 95% delle inquadrature sono sul protagonista che interagisce col suo Sistema Operativo, e il mondo circostante praticamente non esiste…o è solo una parentesi. Soprattutto, “gli altri”, nella maggior parte dei casi, sono sempre soli, esattamente come il protagonista, e intenti anch’essi a interfacciarsi unicamente col proprio sistema operativo.
I rapporti interpersonali sono ridotti all’osso, si fa fatica a stare insieme agli altri, e la realtà è un qualcosa che fa dannatamente paura. Meglio allora rifugiarsi tra le braccia (virtuali e inesistenti) de proprio Sistema Operativo, scherzoso, affabile, sempre al suo posto, pronto per soddisfare i propri desideri.
Di qualunque tipo essi siano.
Theodore dà buca a Olivia Wilde perchè a casa ha la voce della Johansson...
Perché diciamocelo pure, senza ipocrisie del caso: a scuola, all’università, in uff icio, nella vita “reale”,quante volte vi è capitato di stare seduti vicino a qualcuno che schifavate e col quale in anni e anni avete al massimo scambiato due parole, salvo poi, nel frattempo, farvi grasse risate sui social network con gente con cui a malapena sapete che faccia abbiano, coccolati dall’interazione semplificata che il “digitale” comporta?
Credo sia il film fantascientifico a tema “intelligenza artificiale” più inquietante che abbia mai visto.
Soprattutto perché quelli ritratti siamo noi tra qualche anno.
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*Che poi alcuni lo facciano già è un dato di fatto.
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