Magazine Diario personale

Un viaggio difficile

Da Pendolo0

Sono sulla via del ritorno, l’aria è particolarmente tranquilla oggi pomeriggio, passo il tempo leggendo un libro, come sempre. In una delle fermate intermedie sale una donna, all’incirca mia coetanea, si siede in uno dei due posti liberi davanti a me. E’ vestita in modo sobrio, con colori scuri, i capelli castani sono raccolti in una coda appena sopra la nuca. Il viso rotondo non porta tracce di trucco, ma gli occhi sono gonfi e arrossati. Una compagna di viaggio come tante, penso tra me e me, e continuo a leggere. Ma qualcosa mi disturba, un sospiro, troppo forte per essere spontaneo. Noto che la guancia della donna è solcata da un sottile rivolo trasparente: sta piangendo. Fissa senza guardare il vetro del finestrino, le labbra sono increspate in una smorfia che tenta di soffocare i suoi singhiozzi, ma non le riesce e ogni tanto, uno scappa fuori, facendola sussultare. Non riesco più a concentrarmi nella lettura, non riesco a non essere coinvolta nella sua tristezza. Non so come reagire. Devo far finta di nulla? Magari non si sente bene… Devo chiederle se ha bisogno di qualcosa? Ma di che m’impiccio? Magari non ha piacere che gli sconosciuti si interessino del suo pianto… Ma non ce la faccio a rimanere lì davanti, senza far nulla, e abbozzo un incerto “Tutto bene?” Per tutta risposta la donna si volta ancora di più verso il finestrino, e inizia a singhiozzare più forte. Non ho il coraggio di insistere. Riabbasso lo sguardo sulle pagine del mio libro, vorrei non essere lì, vorrei sparire. Rimpiango quasi i viaggi rumorosi, di cui tanto spesso mi lamento, con le chiacchiere a tutto volume e le suonerie dei cellulari che trillano in allegria. Un fastidioso silenzio invade carrozza di stasera, come sottofondo c’è solo il rumore delle ruote sull’acciaio dei binari,  interrotto ogni tanto solo dai singhiozzi e dai sospiri di questo pianto inconsolabile. Sento che anche i miei occhi stanno diventando lucidi. Mi sembra anche  che il treno stia andando più lentamente, oggi. La tristezza, così vicina e tangibile, è come un fluido denso e appiccicoso che ostacola la sua corsa, ci rallenta, frena anche lo scorrere inesorabile del tempo. Un viaggio interminabile.

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