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Probabilmente solo chi vive a Roma, Milano, Genova, Torino, Bologna, Pinerolo e Monticello, perché io prima che aprisse il grande punto vendita a Roma ne ignoravo l’esistenza.
Per chi non lo conoscesse Eataly è un grande rivenditore di cibi di alta qualità. Il marchio riunisce un gruppo di piccole aziende che operano nei diversi comparti del settore enogastronomico: dalla celebre pasta di grano duro di Gragnano alla pasta all’uovo langarola, dall’acqua delle Alpi Marittime piemontesi al vino piemontese e veneto, dall’olio della riviera di Ponente ligure alla carne bovina piemontese, e ancora salumi e formaggi della tradizione piemontese italiana. Eataly propone il meglio delle produzioni artigianali a prezzi avvicinabili, riducendo all’osso la catena distributiva dei prodotti e creando un rapporto di contatto diretto tra il produttore e il distributore finale, saltando i vari anelli intermedi della catena.
Ad Eataly puoi trovare tutto. Probabilmente se cercate la coda di rospo e la bava di topo per qualche stregoneria contro il vostro capo, lì la potete trovare. Ho visto cose che voi umani non potete immaginare da Eataly, o almeno cose di cui ignoravo l’esistenza.
A parte tutto, se si cerca qualcosa di commestibile e fuori dalle classiche distribuzioni dei supermercati, sicuramente Eataly è al top delle offerte.
Il gruppo inoltre è particolarmente attento alla didattica e per questo organizza corsi di cucina, degustazioni, corsi sulla conservazione corretta dei cibi, didattica per i bambini. Quest’ultimo aspetto costituisce il punto di partenza per instillare nel consumatore una corretta percezione della qualità, nella convinzione che “mangiare bene aiuti a vivere meglio”.
Detto ciò, fatta questa piccola premessa, ho deciso con Fab e mia sorella di iscrivermi ad un master organizzati nella sezione Eataly eventi dal gruppo Slow food . Anche questa seconda associazione è orientata verso una cultura basata su una cucina consapevole.
Il master è interamente dedicato all’olio, ovviamente quello extravergine d’oliva.
Lo so, è una scelta che può sembrare un po’ bislacca, ma lo diventa meno se si sa che affluiamo ad un’azienda agricola prevalentemente approntata sulla produzione di olio extravergine d’oliva da alberi secolari come quelli tipici della terra da cui provengo.
Durante questo primo incontro, oltre ad alcune nozioni generali di base sulla conoscenza dell' olio come prodotto alimentare abbiamo avuto modo di assaggiare alcune varietà di oli diversi provenienti da diverse parti d’Italia.
Avendo olio di produzione propria non ho mai assaggiato olio diverso dal mio, se non quando ovviamente mi trovo in ristoranti. Ovviamente in questo caso l’olio di ristorazione è di qualità più dozzinale ma confuso con gli altri sapori nemmeno lo si percepisce.
Ieri è stata quindi la prima volta che ho avuto la possibilità di avvicinarmi in maniera ponderata ad oli diversi dal mio. E’ stato un trip!
Ho percepito oli dal gusto fruttato con una vena erbacea, oli in cui si poteva riconoscere un’idea di broccoli (questa è rimasta un’idea perché la sentivano tutti tranne la sottoscritta), quelli fruttati con una vena di pomodoro, quelli più di noce, alcuni ti si espandevano in bocca, altri mantenevano un gusto fisso, alcuni avevano un retrogusto piccante altri più dolce. Oli come quelli liguri hanno un sapore delicato che maggiormente si sposa con una cucina a base di pesce come quella genovese, mentre quelli pugliesi risultano più fruttati particolarmente affini ad una cucina ricca di verdure. E’ strabiliante come l'olio sia così precisamente in equilibrio con la terra in cui è prodotto. L'Italia è un immenso oliveto, esteso per oltre un milioni di ettari dalla Sicilia alle Prealpi, e costituisce da secoli uno dei caratteri distintivi del paesaggio agrario: nessun altro Paese del Mediterraneo può vantare tanta varietà, tanti diversi ambienti e adattamenti locali.
Da questa prima lezione porto a casa l’idea che fino ad ora mi sono persa tanta sensorialità dei cibi che mangiavo. Se solo nell’olio è possibile leggere tutte queste sfumature figuriamoci in ogni singolo alimento. Purtroppo la vita odierna ci porta a correre e a buttare in padella la prima cosa che si acchiappa in frigorifero, ma ogni tanto bisognerebbe ritagliarsi un attimo per percepire l’essenza di ciò che si mangia, del frutto della terra. Bisognerebbe insomma orientarsi verso una cucina sempre più consapevole.
Ad ogni modo sono così affascinata dall’idea di questo viaggio sensoriale nel mondo dell’olio che mi è venuta voglia di continuare la formazione oltre questo singolo master.
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