Lo scorso fine settimana sono stato protagonista di un'esperienza fantastica, che per me ha sfiorato la magia. I due giorni trascorsi con Alfonso Giraldes al Lab-54 sono stati intensissimi sul piano emotivo e il fatto che sia stato dedicato poco tempo alla pittura in sè rispetto alla teoria non ha sottratto nulla al notevole peso specifico di questo stage. Per quanto riguarda me personalmente mi ha aiutato molto nel superare un momento di crisi creativa, restituendomi un po' di fiducia in quello che faccio. Detto questo, Alfonso ha lavorato molto con la teoria e con mille esercizi per imparare a padroneggiare il colore, unico modo per poterci giocare, come ha ripetuto spesso. I principi su cui si basa il proprio metodo di lavoro sono molto basilari. Conoscere le regole è l'unico modo per poterle infrangere con conaspevolezza, per cui molta parte dello stage è stato dedicato alla teoria dei colori, un argomento fondamentale per chi si cimenta con i pennelli e spesso trascurato o non trattato con sufficiente approfondimento
La teoria dei colori viene spesso data per scontata
Per questo 28 mm sono stati usati solo i colori primari, il giallo, il rosso e il blu e il bianco
Ma la parola d'ordine per Alfonso Giraldes è "try", prova in inglese. Esortazione che ha ripetuto spesso durante i due giorni. Infatti è solo affinando la mia personalissima sensibilità e percezione riuscirò ad essere soddisfatto e consapevole di quello che faccio. I colori, insomma, sono percepiti con gli occhi, elaborati con la mente, ma utilizzati esclusvamente secondo quello che sentiamo rispetto ad essi. E se una cosa non è fatta a regola d'arte, "who cares", ripete sempre Alfonso, a chi importa: la prima sfida è sempre con noi stessi |