Una anno di noi: Primula e Kalosf

Creato il 24 febbraio 2016 da Primula @primula_57

Sensibile, gentile, attento, squisitamente discreto: questa è l’immagine che ho di Kalosf. Entra in punta di piedi negli spazi altrui, mai sopra le righe negli interventi, sempre cordiale e accogliente nell’ambiente del suo blog.

Credo che il punto di osservazione privilegiato del fotografo, il cui occhio da dietro l’obiettivo interpreta la realtà, dà vita a volti, corpi, oggetti e crea momenti animandoli di essenza propria, gli abbia conferito la capacità di cogliere l’anima degli altri tra le righe o nelle parole che legge di loro.

Così è capitato per me. Amo i ponti in modo particolare con la stessa intensità con cui respingo barriere e muri. Il ponte collega, unisce, abbraccia, è simbolo di condivisione, partecipazione, complicità. Valori in cui credo fortemente.

In occasione del suo secondo compleblog, ecco che Kalosf m’invia una fotografia di Firenze con un ponte al centro, protagonista dello scatto. Non potevo essere più felice.
Ho osservato l’immagine qualche istante e ho visto in quel ponte la metafora di un legame: due cuori, due corpi. Molta fantasia, il rispolvero di alcuni ricordi giovanili ormai lontani ed ecco la storia di un incontro.

Grazie Kalosf per la disponibilità con cui regali le tue creature perché possano fare nascere altro.

Lo ha fatto l’anno scorso in un “Fuori Compleblog” inatteso. Ci riprova quest’anno, con un racconto carico di sentimenti e emozioni come lei sa scrivere. Il suo blog è trasgressivo, poichè attraverso la sua scrittura Primula cerca un senso, un percorso e lo fa attraverso la levità del suo mondo interiore, non tralasciando l’esperienza della letteratura (della quale è un’attenta conoscitrice) e le esperienze reali del quotidiano.

Grazie di esserci Primula, grazie di aver voluto ancora una volta far parte di questo Compleblog. E grazie per la tua “trasgressione” letteraria…

Incontro

Immersa nella lettura di documenti per la riunione dell’indomani, nonostante fosse solo tardo pomeriggio era già comodamente seduta sul letto, semi avvolta nel piumone. Si trovava nella solita stanza, piccola e accogliente, dell’hotel ormai a lei familiare. Lo sceglieva ogniqualvolta si recava a Firenze per lavoro.

Vibrò il cellulare. A lungo. Nascosto sotto i fogli sparsi al…


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