26 NOVEMBRE – La sconfitta in questo derby così tanto atteso – ben undici anni erano trascorsi dall’ultima sfida – maturata con una rete di Lazarevic a poco meno di 90 secondi dal termine dei minuti di recupero, ha sicuramente il sapore di una beffa. Sgomberiamo però prima di tutto il campo da conclusioni affrettate – anche se qualcuno può non essere d’accordo – perché a mio avviso la sconfitta del Verona è meritata. Se la partita fosse finita in pareggio sicuramente pochi avrebbero avuto da ridire, tuttavia se una squadra doveva vincere quella era il Chievo e non certo l’Hellas. Le due settimane di “forzato” riposo hanno finito per giovare maggiormente ai gialloblù della Diga che fin dal primo minuto si sono dimostrati decisamente superiori sul piano dell’intensità e della concentrazione.
Bravo e forse fortunato è stato a questo punto il Chievo che dopo essersi difeso con ordine nella prima frazione di gara, nel secondo tempo – grazie anche ai cambi di Corini – ha “messo fuori la testa” dimostrando di avere una maggior dose di spregiudicatezza, risultata alla fine poi vincente. A destare più di qualche perplessità sono state invece le scelte iniziali di Mandorlini che ancora una volta, pur disponendo di una rosa decisamente ampia e competitiva, ha continuato “testardamente” nell’utilizzo di uomini ancora lontani dalla miglior condizione come Hallfredsson e Gomez ovvero bisognosi di riposo come Jorginho e Toni, dimenticando che in panchina scalpitano da tempo giocatori come Sala, Cirigliano e Cacia, tanto per citarne alcuni.
Peraltro contro una squadra “chiusa a riccio”, attaccanti con le caratteristiche di Toni servono veramente a gran poco. Punte del calibro di Cacia, brave a “tagliare” dietro la linea della difesa e a dare profondità all’azione offensiva, rappresentano a mio a avviso l’arma in più in grado di scardinare difese avversarie come quella di sabato sera. Credo quindi che sia giunta l’ora di iniziare a cambiare qualcosa e spero che Mandorlini, tecnico comunque intelligente e preparato, sappia trovare nuove e produttive soluzioni. Del resto, con 29 giocatori a disposizione, le soluzioni sono così numerose che non resta altro che l’imbarazzo della scelta.L’importante è quindi che l’ambiente scaligero sappia far tesoro di tutto questo per ripartire fin da subito con voglia e determinazione. E la prossima trasferta di Firenze, rappresenta già un primo importante banco di prova.
Enrico Brigi
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