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Una bella storiella ovvero la ricetta "giusta" per superare la crisi / Ma i poveri sarebbero d'accordo?

Creato il 01 gennaio 2012 da Marianna06

Nel clima  decisamente poco festaiolo di questo fine anno 2011 e inizio del 2012, qualcuno ha ben pensato di rispolverare una simpatica storiella ,"La favola delle api"(1714), a firma Bernarde de Mandeville, medico olandese, a proposito del corretto funzionamento della società e di  proporcela.

Noi ve la rigiriamo, a nostra volta, con la "giusta" dose d'ironia perché solo così può essere letta.

Scrive il famoso medico olandese, convinto assertore che le società non si fondano sulla onestà e sulla virtù quanto piuttosto su passioni e vizi umani, che nel "grande"alveare da lui rappresentato, in cui prosperano industria e commercio, perché alimentati dall'egoismo, dalla superbia, dalla ricerca del lusso, e in generale dalle passioni delle innumerevoli api, si vive divinamente bene quasi come protagonisti di "baccanali" perpetui.

Un giorno, però, le api, proprio quelle stesse api, ignare dei veri motivi della loro prosperità di vita, pregano gli dei del loro tempo di liberarle dai loro vizi.

Gli dei  ovviamente non se lo fanno ripetere più volte e, in men che si dica, acconsentono.

Ma,insieme ai vizi delle api, scompare subito anche il "benessere".

E il grande alveare diviene un piccolo alveare, in cui si vive una vita virtuosa ma assai povera.

Di pura sussitenza.

 Ma, quanti sono oggi, cifre alla mano, coloro che nel mondo vivono di pura sussistenza se non peggio?

Bisognerebbe forse  interrogarsi in merito e chiedersi magari  anche il perché.

E, ritornando alle api e alla "storia" di Bernard de Mandeville, con un pizzico di "serio" cinismo, si potrebbe concludere, proprio come lui, che senza "private vices" nella società vengono a mancare subito anche i "public benefits".

Infatti, Mandeville non ha difficoltà a sostenere pubblicamente, ai suoi tempi, facendo rabbrividire filosofi e moralisti, che soltanto uomini e donne impazziti si possono sforzare di far divenire onesto un "grande alveare".

A suo dire la benevolenza dell'uomo verso l'altro uomo è un falso storico.

E voi, amici, amici di JAMBO AFRICA,  che ne pensate ?

Non avete il sospetto che l'alibi dell'odierna crisi  finanziaria altro non sia che un modo per mandare definitivamente in soffitta qualsiasi possibile forma di"pietas"?

Che si tratti soltanto dell'ennesima modalità per alimentare ogni sorta di razzismo e trovare nel "diverso", nello "straniero", il giusto capro espiatorio?

Un "colonialismo" nuovo di zecca,ultima novità insomma, da praticare tanto verso i poveri vicini che quelli  lontani.

Indifferentemente.

Quale che sia il vostro pensiero, tuttavia, ancora  AUGURI a TUTTI  ma sopratutto AUGURI  di PACE.

   Una  PACE  scevra  di  PREGIUDIZI.

   SEMPRE.

 

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

Penna

 


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