Vi confesso che sono stato molto titubante nel prendere la decisone di scrivere quanto segue perchè è un idea tutta da provare e che in apparenza mal si concilierebbe con quanto da me scritto in precedenza. Tuttavia ve la propongo nella speranza che siate eventualmente benevoli e di fronte alla tanta originalità vi ricordiate, prima di criticare, che finora vi ho proposto slo evidenze matematiche e non ricostruzioni di fantasia.
Neppure questa lo è, ma tante, forse troppe sono le cose da verificare. Certo è sorprendente come il calcolo incroci alla perfezione il dato storico, davvero sorprendente. Affronteremo una profezia di Daniele ancora irrisolta, quella contenuta in Dn. 12,11-12, ecco il testo:
11 Dal momento in cui sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà rizzata l'abominazione della desolazione, passeranno milleduecentonovanta giorni. 12 Beato chi aspetta e giunge a milletrecentotrentacinque giorni!
Un sacco di volte ho provato a dargli un senso preciso, a collocarla storicamente, ma solo ieri mi è ventuo in mente di adottare lo stesso metodo che ho adottato, con successo, per Dn. 8,14. Qui avevo considerato (cfr. Daniele 8,13-14: alcune ipotesi sulla profezia delle 2300 sere e mattine ) che le sere e mattine fossero tali e non giorni come dicono gli esegeti. Poi avevo calcolato secondo la ripartizione romana del giorno l'ammontare in ore di una sera e una mattina (3 ore ciascuna) e moltiplicato per 2300, otttenendo un totale che, diviso per 24 ore, mi dava i giorni/anni che componevano la profezia, cioè 575. In seguito ho immaginato che la presa di Gerusalemme da parte di N.donosor, avvenuta secondo il mio calcolo nel 505a.C. (come ho ottenuto questa data biblica, dunque non storica, è contenuto in La cronologia di Dio. Quando la Bibbia gioca con i numeri.) avesse interrotto il sacrificio quotidiano, così leggiamo in Dn. 8, per cui ne ho fatto il termine a quo per il calcolo, che è molto semplice: sottrarre 575 a 505 e ottenere il 70d.C., cioè la devastazione del tempio. Come potete vedere con questo calcolo si rimane perfettamente nel contesto della profezia che vuole, seguendo sempre Dn. 8,14 il santuario purifucato o rivendicato come scrivono altri. Insomma all'apparente "originalità" di calcolo e ipotesi, ha fatto seguito una precisa conferma storica.
Ecco, con Dn 12,11-12 ho fatto lo stesso, solo ho usato la ripartizione, abbastanza diffusa nel Vicino Oriente del giorno, cioè di due ore in due ore. Adesso non ci rimane che calcolare seguendo lo stesso schema appena descritto, usando prima 1290 e poi 1335 di Dn. 12,11-12. Otteniamo due cifre tonde: la prima è 210, la seconda 222,5. Non v'impressioni quello 0,5 perchè è proprio l'elemento caratterizzante. Al momento non sono in grado di stabilire un termine a quo, così come non sono in grado d'inserire queste cifre nè in Daniele nè in Matteo 24,15, passi in cui si parla dell'abominio della desolazione nel luogo santo. Però sono in grado di proporvi una sorprendente coincidenza. La differenza tra i due prodotti è di 12,5, cioè lo stesso identico periodo di tempo che intercorse tra l'ascesa al potere di Hitler (gennaio del '33 e la sua morte (30 aprile del '45). C'è una corrispondenza perfetta tra calcolo e dato storico, dato storico non anonimo per gli ebrei perchè effettivamente all'epoca si perpretò una vera caccia all'ebreo, come tutti sanno. Insomma voglio dire che le parole di Gesù, sebbene io abbia scritto che si riferiscono al 70d.C (cfr. La profezia delle Settanta settimane e Marco 13,30. Ipotesi per un nuovo approccio cronologico al compiersi delle prime 69 settimane di anni. ), potrebbero benissimo adattarsi alla shoah.
Lo ripeto: è solo un'idea tutta da verificare, solo che i conti sono davvero sorprendenti. Proprio quello 0,5 di decimale è importante perchè ben simboluggia i cinque mesi dell'anno 1945, gli ultimi di Hitler, il quale si è sprata allo scadere del mese di Aprile, il 30 come ho scritto.
Per concludere, sembra che siamo venuti in possesso di una tessera che a prima vista sembra, per forma, colore e disegno, appartenere al mosaico che abbiamo di fronte, tuttavia non riusciamo a callocarla. Se riuscissimo a completare lo spazio vuoto che la separa dal suo contesto originale, credo che anch'essa potrebbe dare il suo contributo.