La cosa non sarebbe male se fosse uguale per tutti. Invece no, funziona solo in certe circostanze. Quali? Semplicissimo: 1) Il cattivo non deve avere amici potenti. 2) L’operazione non deve comportare troppi rischi 3) Ci dev’essere qualche vantaggio collaterale. Ecco perché, con queste “ingerenze umanitarie”, ci sono sempre 2 pesi e 2 misure. Per esempio, qualche anno fa Tony Blair sbraitava che bisognava bombardare i Serbi perché si opponevano alla secessione del Kosovo. 1 settimana dopo lo stesso Tony Blair correva a leccare il didietro di Putin che stava allegramente massacrando i Ceceni.
E adesso ci risiamo. Giù bombe sulla testa di Gheddafi, perché la Libia è un bel paese aperto dove i carri armati si vedono a una distanza di 50 chilometri, perché non la sostiene nessuno e perché è piena di petrolio che aspetta soltanto di finire nei serbatoi degli ingerenti. Intanto al Assad massacra i suoi cittadini e dopo 1800 morti quale credete che sia l’”ingerenza umanitaria”? La Francia, la Germania e l’Inghilterra gli hanno detto: “Brutto cattivo, non farlo più altrimenti stasera ti mandiamo a letto senza cena.” Crede che gli abbiano sganciato sulla testa non dico una bomba, ma almeno un petardo? Nemmeno per sogno, per queste 3 ragioni: 1) La Siria è amica della Russia e anche i bambini sanno che la Russia bisogna lasciarla stare. 2) La Siria è montagnosa e un’operazione militare costerebbe troppo 3) La Siria non ha petrolio e l’ingerenza senza petrolio è come la pasta senza la salsa.
Ecco perché nessuno si scomoda a sganciare una piccola bomba sui tanks che massacrano Hama.
Dragor