Manca il gioco, manca, ed è normale a questo punto della stagione, la condizione fisica – dato allarmante a di fronte al tour de force rappresentato dalla incombente Confederations Cup – e mancano alternative valide quando Mario Balotelli è in giornata no come questa sera, quelle giornate nelle quali superMario se la prende con il mondo fino a farsi espellere per doppia ammonizione a venti minuti dal fischio finale lasciando il resto della compagnia a difendere con i denti e prendendo a pugni e calci l’ingresso del tunnel degli spogliatoi. Tolto il capitano che viene aiutato in una occasione anche dal palo non vi è molto da salvara nella trasferta a Praga dove l’involuzione azzurra è apparsa in tutta la sua dimensione, un tunnel dal quale i giocatori in campo non sono riusciti ad uscire ma nel quale sono scivolati minuto dopo minuto e contro il quale poco o nulla hanno potuto le sostituzioni decise da Prandelli. Giovinco che entra al posto di El Shaarawy all’inizio della ripresa, Aquilani che subentra allo spento Pirlo degli ultimi tempi al 77′: cambiano gli autori ma non varia il copione. Il campionato è finito da tre settimane, qualcuna in più per le gare che contavano e non è facile comprendere come gli azzurri siano così sulle gambe. Fatto è che se nel calcio esistesse il verdetto ai punti questa partita si sarebbe conclusa con la netta e unanime vittoria per i padroni di casa che tra occasioni sciupate e il muro Buffon hanno forse visto sfumare le ultime speranze di qualificazione con questo punto messo in carniere.
Finisce a reti inviolate tra i rimpianti della Repubblica Ceca e una Italia irriconoscibile che deve voltare subito pagina per ritrovare condizione e motivazioni prima dell’appuntamento brasiliano della Confederations Cup. Una squadra da rivedere, rimandata al prossimo impegno serio, l’esordio di domenica prossima contro il Messico dopo l’amichevole di avvicinamento contro Haiti che poco avrà da dire. E ancora una volta ci sarà da recuperare Mario Balotelli, entrato nuovamente nel tunnel della sua frustrazione annichilente: protagonista, come sempre, nel bene e nel male.