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Una brutta piega

Da Wising
Io lo sapevo che tutto avrebbe preso una brutta piega con il rientro al lavoro.
Ho cercato di opporre resistenza, di essere tra me e me irremovibile sul fatto che le priorità con un figlio cambiano, che adesso o mai più è tempo di mettere il lavoro nella giusta prospettiva, cioè come "quel coso" che ti serve per portare a casa lo stipendio e usarlo per creare quanto più possibile serenità.
Davvero, volevo fare così.
Succede però che nella vita pochissime cose mi facciano davvero arrabbiare, quasi niente per la verità. Tranne il lavoro. Per quello sono capace di farmi salire la pressione, scatenare gastriti e autoprodurre emicranie pazzesche. Per poi crollare addormentata sul divano alle 21. Come ieri, che in un dormiveglia comatoso pensavo che non avevo neppure lasciato mezza parola qui, ringraziato per i commenti e i consigli, salutato le amiche. Il che ha un solo significato: sto trascurando il tempo di relax quotidiano, non va mica bene.
Poi pensavo alle favole da leggere a Cigolino e immaginavo di inventarle io, magari prendendo tre parole a caso  e da lì partire. Mi piace un sacco inventare le favole. Però, sempre nel mio dormiveglia, mi rammaricavo di non saper disegnare e una favola senza neppure una figura, un personaggio da ricordare diventa un monologo.
Mio.
Va a finire che neppure dormo bene sul divano con tutti questi pensieri ;)

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