C’era una volta, in un villaggio africano, una capretta che ,da sempre, viveva d’amore e d’accordo con sua madre, obbediente, serena e rispettosa delle regole.
E, soprattutto, paga di ciò che la sorte le aveva riservato.
Un bel giorno, però, la nostra capretta, scopertasi giovincella e con qualche grillo per la testa, cominciò a pensare che forse era giunto il momento di allontanarsi da casa e di andare a sperimentare l’agognata libertà, di cui tanto aveva sentito raccontare da altri .
Era giunto, insomma, il tempo di inoltrarsi da sola nella savana per poter fare esperienze nuove.
Quando riferì a sua madre l’intenzione, a nulla valsero le preghiere accorate di mamma capra.
Ella rimase sola , sconsolata e in pianto, alleviando appena il suo dolore con il canto di una antica nenia.
Giunta nella savana, la capretta Bey s’imbatté , neanche a dirlo, in una iena all’apparenza famelica e che, quindi, avrebbe potuto essere molto pericolosa.
Ma le due, inaspettatamente, intavolarono una discussione e la iena,che era sazia per avere divorato poco prima una grassa gazzella, pose semmai alla capretta un quesito.
E cioè l’obbligo di rivelarle all’istante tre autentiche verità. Tutte credibili, naturalmente.
Solo in questo modo avrebbe avuto salva la vita.
La capretta, che non era affatto stupida, ci pensò su un attimo e poi sciorinò alla iena ciò che aveva in mente.
Ovvero che se lei, di ritorno al villaggio, avesse detto a sua madre di avere incontrato una iena che l’aveva risparmiata, la mamma certamente non le avrebbe creduto.
Stessa cosa sarebbe accaduta, ad esempio, se la iena in persona avesse riferito a sua sorella di non avere divorato la capretta.
E, ancora, che la verità vera era che, secondo lei, la iena non aveva fame e perciò l’aveva risparmiata, perché si era certamente saziata da poco, magari, con un lauto pasto.
Soddisfattissima delle risposte, la iena lasciò andare la capretta Bey, prima di poterci ripensare.
E Bey, più veloce della luce, fece ritorno da sua madre, al suo villaggio, con la promessa solenne di non fare mai più ,da allora in avanti, scelte incaute.
E così fu.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)