Un triangolo amoroso vede al centro un Colin Farrell che non può stare da solo.
Titolo: Una casa alla fine del mondo
Regia: Michael Mayer
Cast: Colin Farrell, Dallas Roberts, Robin Wright Penn
Protagonisti: Amici, Famiglia
Materia: Amore
Energia: Convivenza, Storie di Vita
Spazio: Usa
Tempo: 2000
Bobby sin da giovane rimane solo, senza affetti si ritrova quasi adottato dalla famiglia di un’amico, Jonathan.
Tra loro si sviluppa un’amicizia intima essendo Jonathan omosessuale.
Quando arriva l’eta del college Jonathan parte e Bobby rimane solo con la nuova famiglia.
Bobby non riesce a stare solo e da grande lascia finalmente la casa per andare in città dal Jonathan, li conosce la sua coinquilina e con il tempo s’innamora.
Tra i tre si stabilisce un rapporto familiare unico con al centro proprio Bobby che non può stare solo.
Quando lei rimane incinta si trasferiscono in una cittadina in campagna lontano da tutti e da tutto.
Il film sembra prendere spunto da un menage a trois per affrontare problematiche inerenti alla famiglia gay, lasciandoci abbastanza perplessi quando il protagonista Colin Farrell da ripetutamente l’impressione di stare con gli altri per non rimanere solo, lasciando cadere nel vuoto tutte le tematiche.
Lo stesso Farrell non sembra nel suo in questo genere di film alimentando la confusione.
Voto Finale: Debole
Frase del Film: Va tutto bene fratellino, i tuoi ti amano e io ti amo, non ce da aver paura.