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Una chicca da una piccola casa editrice napoletana

Creato il 27 dicembre 2012 da Frailibri

Maurizio De Giovanni, L’omicidio Carosino. Le prime indagini del commissario Ricciardi, Cento Autori *Tracce Misteriose* (2012), 112 pagine, 9 euro

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Maurizio De Giovanni ha pubblicato con Fandango, Mondadori, Einaudi, ma io ho scoperto, questo meraviglioso autore, che sicuramente leggerò ancora e ancora, grazie a una casa editrice (non annoverabile fra i colossi editoriali), Cento Autori di Napoli.
Sono questi attivissimi e bravi piccoli editori che hanno pubblicato una sorta di “appendice” alle avventure del commissario Ricciardi, solitario e arguto investigatore, che ha un dono eccezionale e spaventoso allo stesso tempo. Vissuto in epoca fascista e costretto a subire spesso le dinamiche del regime anche nelle sue indagini, riesce a vedere con una chiarezza inquietante i morti nei loro ultimi attimi di vita. Il Fatto lo chiama, ha perfino paura nel definire questo dono, così utile, ma a volte così prepotente da dargli sgomento, in maniera più precisa.
No, non è come pensate. Le indagini non si risolvono come per magia grazie al Fatto. Da queste visioni arrivano a Ricciardi solo input, a volte dietro frasi sconnesse, a volte con segnali che solo un investigatore attento (più simile a Sherlock Holmes prima maniera, che ragiona a fondo anche sul più indizio) e umile può cogliere, che lo aiuteranno a sbrogliare la matassa di casi a volte ingarbugliati, dove non necessariamente il colpevole più ovvio sia quello vero.

I tre racconti pubblicati da Cento Autori rappresentano una sorta di carta di identità, da cui non si può prescinedere, nemmeno dopo aver letto tutto ciò che è stato pubblicato, per conoscere a fondo uno dei commissari più interessanti degli ultimi tempi. Cento Autori ha fatto una scelta editoriale più che condivisibile e ha offerto tre racconti che aiutano a entrare in contatto con De Giovanni e con Ricciardi e con diversi aspetti fondamentali dell’autore e del  personaggio. Una sorta di linea guida per capire le ragioni della solitudine scelta e cercata dal commissario, del suo vivere ancora insieme a una tata che lo osserva, lo protegge, lo cura (nel corpo e nello spirito) nonostante la sua età; affacciarsi, come lui alla sua finestra, la sera, quando torna a casa sfinito dalla giornata di lavoro, sulla sua passione nascosta e pura (così pura da sembrare quella leopardiana per Silvia) per la vicina di casa; comprendere le ragioni di una personalità (umana e professionale) sempre in contraddizione.

Abituata al burbero ma caciarone (e mangione Montalbano), per cui provo stima e affetto, mi sono sentita investire da una boccata d’aria nuova leggendo questi racconti. Ormai chi scrive gialli è profondamente legato alla figura e alle dinamiche camilleresche, che a ragione e con immensa capacità e talento ha fatto scuola. Ma una voce nuova, veramente nuova, si sente. E forte. De Giovanni ha uno stile d’altri tempi, ma che non sa né di naftalina né di un’imitazione forzata dei classici. Reinventa il linguaggio, lo plasma secondo la storia che vuole raccontare e lascia una sensazione di viaggio nel lettore: in un’altra epoca, in un’altra società, in infinite possibilità di incontro e scoperta.

Interessante “sentire la voce” dello stesso autore, a chiusura della raccolta, che racconta il suo incontro con Ricciardi, la sua personale – e casuale, seduto al tavolino di un bar – scoperta del suo personaggio.

Da segnalare, sul sito della casa editrice www.centoautori.it, una colonna dedicata alle notizie di cronaca che riguardano la Campania



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