E mi son tagliata i capelli, sì.
A mano libera, sì.
Un colpo di forbici, ZAC! e via.
Niente di che, la mia faccia resta la stessa, sono solo più corti di una quindicina di centimetri.
Ciò però non mi impedisce di lasciarmi prendere da ispirazione, magari domani o stanotte, e improvvisare un taglio casuale, che poi un santo parrucchiere dovrà aggiustare, muto, senza criticare né percularmi.
E perché li ho tagliati?
Ma ovviamente per risparmiare shampoo, balsamo, acqua ed energia per il phon. Anche la Vanessa Farquharson l’ha fatto (ma non si è rapata a zero come credevo), e dico: non avevo mai pensato al fatto che i capelli lunghi inquinano più di quelli corti!
Sarebbe stato più intelligente tagliarli in inverno, quando il consumo per fonarli è maggiore, perché non appena la stagione diventa un po’ tiepidina, io li lascio asciugare all’aria. Col risultato che potete calcolare le stagioni in base alla mia spettinatura, oltre che ai vestiti colorati, un po’ portoghesi, un po’ hippy.
[È anche molto probabile che il taglio dei capelli mi abbia fatto l'effetto di Sansone, ma sulle frasi di senso compiuto. Ora le parole, è come se le agitassi in un bicchiere a mò di dadi, e le spargessi con un colpo di polso sul tavolo, per poi comporre frasi a casaccio.
M forse è solo la primavera. Forse è solo un'impressione.]
E questa è soltanto una delle cose strane che ho fatto in nome dell’ecologia.
Ora non mi resta che provare soluzioni alternative allo shampoo, come il sapone di Aleppo o l’Aloe Vera. Suggerimenti?
Qual è la più assurda che abbiate mai fatto voi per l’ambiente? Che so, fare la doccia in compagnia di secchi e bacinelle, lavarvi sotto la pioggia, stare nudi più tempo possibile per non sporcare i vestiti (in casa, si spera), eh?