A Venezia c'erano i Fritoleri, che esercitavano tutto l'anno, con le loro dolci ed invitanti proposte, le "fritole ovvero i boconi da poareti e da siori" e c'erano anche i Fruttaroli, la cui presenza ed attività, regolamentata in Arte dei Fruttaroli, era già ampiamente codificata nell'anno 1000.
L'Arte dei Fruttaroli prevedeva tre colonnelli o specializzazioni: fruttaroli propriamente detti, erbaroli e naranzeri (ovvero venditori di naranze - arance - e agrumi in genere).L'iscrizione all'Arte - la licenza - avveniva osservando la Mariegola, ovvero lo statuto, garantito dai Cinque Savi alle Mariegole: questo consiglio imponeva norme e delibere come per esempio la distanza tra le botteghe ed altri adempimenti. Una delibera molto importante, risalente al 1173, puniva i fruttaroli che vendevano merce deteriorata o baravano sul peso e addirittura, nel 1347, si vietò ai fruttivendoli di "fare compagnia insieme" ovvero fare cartello per poter vendere i prodotti più cari. Un esempio di tutela dei consumatori ante litteram.Una commissione, detta dei Tre Savi, attribuiva ad ogni trasgressione alle leggi un punto: raggiunti i tre punti il fruttivendolo colpevole perdeva il diritto di esercitare la sua professione per un triennio. Curioso è il caso di un falegname (1353) che durante un incidente sul lavoro perse un piede: gli venne concessa una grazia ovvero la licenza di aprire una bottega di "fructuarie, speciarie et herbarum"A Santa Maria Formosa c'era un ospizio con 19 stanze ed un oratario che apparteneva all'Arte, come la Scuola, situata in Fondamenta San Gioachino.E dopo tanti secoli ancora adesso, all'alba, le barche cariche di frutta e verdura giungono a Rialto per allestire i banchi del mercato più bello del mondo.