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Una classe al Royal Ballet

Creato il 04 aprile 2014 da Pioggiadinote

Royal Ballet

Ho trovato questo video del Royal Ballet che, per quanto ne so, è l’unico esempio accessibile dal web di una classe completa di un corpo di ballo. Altri teatri, come La Scala o il Nyc Ballet o l’Opéra offrono solo brevi trailer promozionali: evidentemente non è possibile filmare nulla del lavoro quotidiano di queste grandi compagnie. Invece il Royal Ballet offre una veduta generosa, che a me interessava naturalmente per l’aspetto musicale. Cercando quindi di escludere le voci della maître e dei giornalisti che tendono spesso a sovrastare il sonoro in questo video, ho concentrato la mia attenzione sul rapporto tra musica e danza.

Gli esercizi sono semplici, talvolta elementari, dal punto di vista strutturale: lavorano sull’agilità (ma anche sulla forza nei sostenuti, specialmente nel fondu, vedi a 18’15”), puntano a riscaldare tutta la muscolatura in modo completo e non eccessivamente faticoso (viste le ore di prove che i ballerini dovranno sostenere subito dopo). Fin qui la mia esperienza mi conferma che questa è prassi consueta nelle classi quotidiane per l’allenamento delle compagnie di professionisti: anche se ho visto combinazioni strutturali più complesse di così. La velocità non riguarda solo i tempi dei passi alla sbarra (i battement tendu tutti brevi e agili, vedi il terzo a 9’10”), ma anche la prossimità tra un passo e l’altro. L’avvicendarsi è infatti incalzante: dimostrazione – “ready” ai ballerini – “and” alla pianista ; e immediatamente dopo la preparazione musicale. E’ comunque molto probabile che la lezione di questa maître abbia una struttura ricorrente e che quindi sia ben conosciuta, per tempi di esecuzione e dinamiche, sia dai ballerini che dalla pianista.

Nelle proposte musicali si riconosce talvolta qualche tema (assolutamente mai tratto dal repertorio ballettistico: se si suona per una grande compagnia che lavora sul repertorio dalla mattina alla sera, è una buona norma), che tuttavia viene presto variato o cambiato. La pianista offre molte note, molto virtuosismo (ottave, accordi ribattuti, riempitivi continui nell’accompagnamento degli adagi, l’unico dei quali mi sia piaciuto è la Sicilienne di Faurè per l’adagio al centro, idea subito copiata dalla sottoscritta), dinamiche forti (chi non cede a questa tentazione?). Le  strutture armoniche sono semplici, con una certa insistenza sulle stesse tonalità soprattutto minori e su alcuni giri armonici prediletti…: la definirei un’improvvisazione non particolarmente evoluta ma efficace. Abbastanza interessante il lavoro sul ritmo, non complesso ma anche qui funzionale: spesso sincopato anche alla sbarra (nei battements) e molto sincopato nei salti, dove sottolinea correttamente i singoli movimenti, risultando talvolta tutt’altro che leggero (i salti iniziano a 50’56”; un esempio a 52’00”). E’ bello sentire tonalità minori e sincopati non sempre leggiadri che riescono a sollevare questi magnifici ballerini…

I grandi salti procedono senza sorprese musicali (a 1h1’10” rischiano lo scontro due primi ballerini: succede nelle migliori famiglie!). Mi sia concesso dire che è difficile inventarsi qualcosa di accattivante se si sta soffrendo per la fatica esecutiva e la concentrazione: personalmente ho sempre trovato quest’ultima parte della lezione, quando è rivolta ai professionisti, molto faticosa.

Di seguito i link ad alcuni video dedicati a compagnie di grandi teatri:

Sul Bolshoi:

http://www.youtube.com/watch?v=C723_FQedo4

Un documentario sulle classi della scuola del Bolshoi:

http://www.youtube.com/watch?v=k_2RaO5Y5H0

Sull’ Opéra de Paris:

http://www.youtube.com/watch?v=JR-5t6_OlQY

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