Magazine Diario personale

Una cosa ai compagni di SeL

Creato il 20 giugno 2014 da Cristiana

Per me i confini di partito non esistono. O meglio, esistono prima le idee per il Paese che gli schieramenti. Se ne avessi la possibilità, se fossi in Parlamento, se SeL dicesse una cosa giusta e la condividessi la voterei. Il Parlamento serve a questo e la libertà del singolo viene prima della disciplina di partito (mentre nelle commissioni ci vanno i rappresentanti di partito e non dei singoli, così non pensate che stia dicendo una roba diversa dal caso Mineo).

Così non mi turba per niente che alcuni componenti di SeL stiano uscendo dal gruppo di SeL per formare un gruppo separato e magari poi confluire con il PD. Qualcuno potrebbe dire che è l’ennesima salita sul carro. Può essere. Poco mi importa se si tratta di notabili che non vogliono morire alla prossima legislatura che magari è più vicina di quanto si possa pensare e di segnali ce ne sono parecchi (e se volete ve li dico tutti, arrivano anche dal premier che magari lo fa apposta per portarsi a casa le riforme con chi si sta spaventando di scomparire al prossimo voto).

A me importa un’altra roba. Mi importa sapere se il progetto del PD come lo abbiamo pensato negli ultimi due anni può interessare la maggior parte del Paese. Non ci credo ai voti dell’UDC che ti portano al governo e non credo nei voti di SeL tanto quanto. Forse la “sinistra” fa più voto d’opinione dei centri di potere baronale postdemocristiani di questi tempi, sì. Ma a me interessa capire se la nostra idea può essere condivisa da larga parte del Paese non come un’idea dove si ritrova il centro con il centro-sinistra e la sinistra. E’ un ossimoro. Mi interessa che ci si ritrovi in una visione di sinistra postnovecentesca tutti insieme perché per me sburocratizzare, semplificare il fisco, introdurre il merito come principio di equità, investire sulla scuola, dire che il mediterraneo non deve essere un cimitero, valutare senza imbecillità sulle scie chimiche e dati alla mano se un gassificatore o un inceneritore o la TAV sono cosa buona o no è di sinistra. Non è di sinistra difendere privilegi, non attualizzare le pratiche concertative nel contesto, chiedere per una corporazione e non pensare all’equilibrio collettivo, parlare non conoscendo di cosa si parla: siamo pieni di letterati che disquisiscono di gassificatori.

Scusate se la faccio semplice.

Ma lo avevo già detto qui, tanto, tantissimo tempo fa. Correva l’anno 2012, era il tempo delle primarie Renzi-Bersani-Vendola e sembra passato un secolo.

Se dovessi giudicare oggi il programma del PD dell’era Renzi (è noto a tutti, lo dissi anche durante le primarie 2013 benché sostenitrice di Renzi) direi che per essere di sinistra fino in fondo gli manca di dire che il matrimonio egualitario e le adozioni sono cosa buona e giusta, ma difenderò la proposta di Civil Partnership con la step-childadoption perché ci farà entrare in Europa e sarà il primo passo verso la totale uguaglianza. Ma so dove voglio arrivare. Non mi basta e l’ho già scritto che quello è l’ultimo miglio mancante.

Per cui ben venga chiunque voglia entrare nel PD, anche se darei la priorità al Paese e non ai notabili. Utili forse in parlamento per far partire le riforme, ma vorrei utili a raccontare all’Italia cosa possiamo fare, d’ora in poi.

E giusto per fare un po’ di salotto di sinistra anche io (GULP) non sono d’accordo né con l’amico Gilioli (che risponde all’amico Nicodemo) che definisce i transfughi di SeL un po’ pigri (non ci credo alle microminoranze intellettuali, non hanno impatto sulla vita delle persone, meglio usare le intelligenze dentro un progetto maggioritario) e nemmeno con Nicodemo: non è qualche parlamentare di SeL che ricostruisce l’unità della sinistra. E’ col Paese che dobbiamo costruire quell’Unità massacrata da milioni di scissioni e di egoismi minoritari. E secondo me la direzione è giusta al netto di qualche importante miglioramento di cui sopra.

p.s. sulla “pigrizia” di cui parlano sia Gilioli che Sappino aggiungo una cosa: scusate ma non si tratta di pigrizia. Ma di fretta, calcolata sul tempo medio atteso di vita delle persone. Si può essere pigri per il dibattito in salotto, ma chi non arriva a fine mese ha fretta e non ha tempo. Parliamo, questo sì, di quale metodo può fare meglio. Ma facciamolo insieme. Nello stesso luogo. Altrimenti le vostre intelligenze sono al servizio del salotto del 3% e da noi dobbiamo tenerci dei catafalchi al posto della vostra intelligenza.


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