Magazine Economia

Una crisi economica "esiziale" e l'occhio del Blog nel mondo dei giovani.

Da Roxioni
crisi economica legenda: AlmaLaurea....Consorzio Interuniversitario, composto da 64 atenei italiani, nato nel 1994 dall'idea di un gruppo di ricercatori dell'Università di Bologna.
crisi economica Le finalità del Consorzio sono essenzialmente due:
   - raccogliere, per conto degli atenei, informazioni e valutazioni dai laureati così da conoscerne il percorso universitario e la condizione occupazionale, offrendo attendibili indicazioni sul destino del capitale umano formato.
   - rendere disponibili online i curriculum dei laureati, per agevolare l'incontro fra domanda e offerta di lavoro.
 Il 71% dei diciannovenni decide di non iscriversi all’università....
Le università attirano sempre di meno i maturandi italiani.Secondo il rapporto “XIV Profilo dei laureati italiani” stilato da Almalaurea, soltanto il 29% dei diciannovenni italiani decide di intraprendere il percorso universitario. Dal 2004 al 2011 le iscrizioni alle università hanno visto un drastico calo del 15%.
Gli studenti si laureano alla triennale in media hanno 24 anni e per la maggior parte provengono da famiglie che non hanno un genitore laureato. L’8,4% degli iscritti durante il percorso universitario ha lavorato. Il 69% degli iscritti (215.525) ha frequentato regolarmente il 75% delle lezioni.
Dato da non sottovalutare è questo: i laureati, rispetto al 2001, in corso sono aumentati passando dal 10% al 39%. La media sale se prendiamo come esempio le lauree in professioni sanitarie dove il 65% degli iscritti è in corso alla triennale e il 78% nella laurea specialistica.
Le donne si laureano prima e sono più regolari nello studio infatti se gli uomini si laureano in media a 27,1 anni le studentesse li battono quasi di un anno (26,4 anni). Anche se questo dato non coincide con la presenza delle donne nel lavoro visto che secondo Almalaurea: “la presenza delle donne stenta a essere riconosciuta”.
Infatti, l'ultima indagine del "Consorzio" ci offre un quadro dell’università italiana come sempre più orientata ad offrire un collegamento concreto con il mondo del lavoro, offrendo l’opportunità di svolgere stage, tirocini ed esperienze formative proprio durante il corso degli studi.
Gli atenei italiani cercano sempre maggiori collaborazioni e stringono sinergie con il mondo del lavoro affinchè, una volta terminato il ciclo di studi, gli studenti abbiano già svolto pratica sul campo. I dati dello studio Almalaurea sul "Profilo dei laureati italiani del 2011", dicono che oltre l’80% di stage e tirocini sono stati svolti al di fuori dell’università.
Secondo il Consorzio interuniversitario si tratta di esperienze formative che riguardano 60 laureati su 100 e quasi sempre aver svolto stage o tirocini si associa ad un maggiore indice di occupazione.
A parità di condizioni, chi ha svolto questo tipo di esperienza, ha il 13,6% in più di probabilità di trovare lavoro, rispetto a chi non ha mai avuto esperienza “sul campo”.
Non tutti i dati che emergono dal rapporto di Almalaurea sono però confortanti, secondo lo studio infatti, il numero degli iscritti nelle università italiane è in calo. Nell’anno 2010-2011 si è immatricolato meno di uno studente su tre, negli ultimi otto anni  le immatricolazioni sono calate del 15%, mentre cresce la percentuale di laureati poco motivati, passando da un 10% ad un 14%.
Dal rapporto emerge inoltre che nell’università post-riforma è cresciuto il numero di studenti che si laureano nei tempi giusti, nel 2011 il 39% degli immatricolati  ha concluso il ciclo di studi senza anni fuori corso.
Chi consegue la laurea di primo livello ha un’età media di 24 anni, nel 26% dei casi ha un genitore senza laurea, nel 24% uno dei genitore è laureato. Il 60% dei laureati ha svolto stage o tirocini, il 10,2% ha svolto esperienze formative anche all’estero. Il 61% dei giovani vuole proseguire la formazione con la laurea specialistica. source
Nota personale:
Visti i "tempi che corrono" è fuori dubbio che questo "disamore" dei giovani verso gli atenei è da ricercarsi nella pressante esigenza della ricerca di una qualche (anche se umile) occupazione.
Daltronde, quanti "laureati con 110 e lode", svolgono lavori non consoni alla loro preparazione accademica?
Devono (purtroppo) scegliere e più delle volte accettare umili mansioni che altrimenti, come dice l'Istat, verrebbero assegnate al sempre più numeroso drappello di stranieri in Italia.

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