Lo vedete ovunque e ogni giorno. La crisi economica attuale, frutto delle errate (ma anche volute) speculazioni bancarie che hanno fatto in modo che il totale della moneta circolante sia inferiore di 4 volte l'importo dei titoli emessi, colpisce duramente ogni settore della vita pubblica e privata di questo nostro ex Belpaese.
Siamo chiaramente in un circuito perverso che tende al fallimento della nostra economia pubblica. Non potremo mai pagare il debito accumulato, anche perché il controllo della nostra attuale moneta, l'Euro, è nelle mani della famigerata troika europea: FMI, BCE e Commissione omonima.
La qual troika utilizza l'arma del debito come ricatto per imporre le sue politiche ai vari paesi. In realtà le somme pagate dai singoli stati, e quindi dai cittadini, sono utilizzate solo per ristorare gli istituti di credito dalle loro perdite. E quando i singoli stati hanno bisogno di denaro, devono prenderlo dalle banche emettendo altro debito pubblico, in una spirale ovvviamente infinita e che sta già portando le economie dei singoli stati europei letteralmente in mano alle banche detentrici del loro debito.
Da noi, nonostante le pallide rassicurazioni del perfido governo in carica, frutto di uin inciucio storico dovuto alla grande paura provata dalla partitocrazia nostrana di fronte al fenomeno Grillo, si attende un autunno durissimo. Per adesso, Letta sospende tasse e sacrifici, in attesa di una raffica di provvedimenti che, prima della fine del 2013, ci colpirà tutti pesantemente.
Per ragioni politiche, l'IMU, probabilmente, non verrà più riproposta per la prima casa, e l'importo di 4-5 miliardi di euro, dovrà pur essere reperito in altro modo. Inoltre, nel bilancio attuale, ci sono varie crepe dovute a somme precedentemente stanziate, poi spostate su altre emergenze, che andranno comunque coperte.
Sui dipendenti pubblici, dopo il tagli opersino della vacanza contrattuale e la perdita secca di 6000 euro in dieci anni di blocco contrattuale, incombe il taglio di 250.000 unità promesso alla Troika dall'ultimo governo Berlusconi e su questa minaccia il sindacalismo confederale ha ritrovato solo recentemente l'unità di manifestazioni e intenti comuni.
Quel che in realtà si profila è l'utilizzo della riforma Brunetta per tagliare anche parte del personale a tempo indeterminato, magari senza un vero e proprio danno sociale ovvero accompagnando tramite l'ammorbidimento della legge Fornero molte migliaia di lavoratori al pensionamento. Ma questo significa per la collettività meno servizi pubblici e meno stato sociale.
Una stretta notevole anche su pensioni e assistenza sanitaria è all'orizzonte e non colpirà solo gli strati sociali più benestanti.
L'aumento dell'IVA, inevitabile secondo le previsioni di cassa attuali, aggraverà ulteriormente la crisi del commercio, con chiusura di altre imprese e perdita di posti di lavoro.
L'assoluta debolezza nelle politiche industriali, inoltre, lascia completamente mano libera a imprenditori e grandi industriali di spostare la produzione in paesi meno onerosi dal punto di vista fiscale e conservare le quote di mercato in Italia; e questo sta accadendo, gettando sul lastrico migliaia di famiglie ogni anno.
Se pensate, inoltre, che perdura l'assenza di un piano energetico nazionale, che potrebbe convertire, nel tempo, l'intero fabbisogno interno al fotovoltaico, invece di restare schiavi del petrolio e dei suoi derivati, capite perché anche crisi locali molto sentite, come quelle che colpisce la Sardegna a causa del costo eccessivo dell'energia elettrica, non si risolveranno mai.
L'Italia è in realtà, dunque, un paese in via di smantellamento e quel che resterà dell'attuale assetto, non basterà certamente alle esigenze di sessanta milioni di persone. I nostri giovani emigreranno in massa, trasformando questo Paese in un luogo per vecchi, badanti e pochi servizi connessi alla terza età, oltre il mito eterno del turismo (in realtà in forte declino) e dei prodotti tipici italiani, assediati da un inquinamento ormai insopportabile, sia in mare che in terra.
Ma a voi, ciò sta benissimo, avendo in gran parte votato ancora una volta la partitocrazia che ci ha massacrato finora, felicemente coalizzata sotto l'ombrello di Letta e Napolitano.
Questo voleva essere solo un promemoria per i più distratti. Che anzi, avanzando l'estate, avranno anche altro a cui pensare, tanto, come dice la canzone dei Flaminio Maphia, si va alla grande!