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Una domenica diversa dalle altre

Creato il 07 ottobre 2010 da Paola_granieri
Se solo avessi saputo ve ne avrei parlato prima. Prima dell'evento, intendo, per dirvi di andarci.
Ma francamente, l'idea di passare la domenica pomeriggio dentro ad un cimitero, non mi sembrava una proposta così allettante, considerando poi tutte le simpatiche iniziative in giro per Firenze quel pomeriggio, vedi la mostra dei fiori o la fierucola della ceramica in SS. Annunziata. Per esempio.
Ma ormai ero in ballo e dovevo ba
llare, lo avevo promesso a mamma, ci teneva così tanto!
Ciò che mi ha spinta ad acconsentire, considerando che solo un anno fa una cosa del genere non mi avrebbe fatta dormire per un mese di fila, è stato il fatto che ormai quel cimitero lo frequento abitualmente tutte le settimane ed essendomi anche resa conto che sono ben pochi quelli che ci vanno per piangere i propri cari estinti poichè i più sono turisti (un tizio una volta mi ha chiesto se ero una guida turistica, ma vi rendete conto?), ho esorcizzato la cosa e ho preso più dimestichezza con la città silente in generale. Non è di certo il posto per cui vado pazza, ma almeno mi assicuro di andarci sem
pre accompagnata e non me lo sogno più la notte. E' piano piano diventato uno dei luoghi della mia vita, come casa mia e le case delle mie sorelle, l'università o la cartoleria dove lavoro.
Comunque sia, con lo scetticismo disegnato in faccia, aspettandomi di trovare solo una platea di mitomani e squilibrati, me ne sono andata mesta con mamma e sorella verso via delle Porte Sante.
Ecco, ho dovuto ricredermi. C'era tu
tta Firenze tanto che più che al camposanto pareva di essere alla festa del paese.
L'evento del giorno era la messa in scena dell'antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters.
In breve è una raccolta di poesie che racconta, sotto forma di epitaffio le vite di una serie di personaggi sepolti in un piccolo cimit
ero di paese, andando a coprire più o meno tutti i mestieri e le categorie della vita umana. Ospiti d'onore Carla Fracci, che ho visto, ma non ho visto recitare e Margherita Hack, che non è venuta, ma ha letto tramite uno schermo.
E' stato comunque molto suggestivo, ho avuto davvero l'impressione che queste anime venissero a cercarci per raccontarci le loro storie. In più ho trovato che fosse una cosa molto bella quella di vivere per un pomerig
gio un luogo che dai più generalmente viene evitato. Per qualche ora eravamo tutti là, e la cosa non sembrava affatto triste o macabra e chissà che tra tutti i presenti non si aggirasse davvero qualche spirito in incognito a godersi ancora una volta il pallido sole di quella domenica...paura eh?!
L'apoteosi è stata nel momento in cui mi sono imbattuta in un certo Dottor Sigfried Iseman la cui storia mi ha ricordato un disco di De
Andrè che faceva per titolo non al denaro, non all'amore ne' al cielo e che, dopo attente ricerche nei giorni successivi, ho scoperto essere liberamente tratto dall' antologia (sono una povera stolta, probabilmente lo sapevate tutti tranne me, che continuavo a chiedermi perchè i personaggi delle canzoni, dal matto, al chimico, al malato di cuore, fossero tutti morti).
Mi riprometto di leggere l'antologia quanto prima.

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