Un pensiero per tutte le donne che sono in crescita, che stanno soffrendo,
per le donne che piangono, che ridono, che ci incoraggiano. Che trovano la
forza di aiutare sempre chi è in difficoltà.
Un brano di Jack Folla
Più dei tramonti, più del volo di un uccello, la cosa meravigliosa in
assoluto è una donna in rinascita. Quando si rimette in piedi, dopo la
catastrofe, dopo la caduta, che uno dice… è finita. No. Finita mai, per una
donna. Una donna si rialza sempre, anche quando non ci crede, anche se non vuole.
Non parlo solo dei dolori immensi, di quelle ferite da mina antiuomo che ti fa
la morte o la malattia. Parlo di te, che questo periodo non finisce più, che ti
stai giocando l’esistenza in un lavoro difficile, che ogni mattina hai un esame
peggio che a scuola… Te, implacabile arbitro di te stessa, che da come il tuo
capo ti guarderà, deciderai se sei all’altezza o se ti devi condannare. Così
ogni giorno e questo noviziato non finisce mai, e sei tu che lo fai durare.
Oppure parlo di te, che hai paura anche solo di dormirci, con un uomo, che sei
terrorizzata che una storia ti tolga l’aria, che non flirti con nessuno perché
hai il terrore che qualcuno s’infiltri nella tua vita. Peggio, se ci rimani
presa in mezzo tu, poi ci soffri come un cane. Sei stanca. C’è sempre qualcuno
con cui ti devi giustificare, che ti vuole cambiare, o che devi cambiare tu per
tenerlo stretto, e così stai coltivando la solitudine dentro casa. Eppure te la
racconti, te lo dici anche quando parli con le altre… “io sto bene così, sto
bene così, sto meglio così”… e il cielo si abbassa di un altro palmo. Oppure
con quel ragazzo ci sei andata a vivere, ci hai abitato Natali e Pasque, in
quell’uomo ci hai buttato dentro l’anima, ed è passato tanto di quel tempo e ce
ne hai buttata talmente tanta, di anima, che un giorno cominci a cercarti
dentro allo specchio, perché non sai più chi sei diventata. Comunque sia
andata, ora sei qui. E so che c’è stato un momento che hai guardato giù e avevi
i piedi nel cemento. Dovunque fossi, ci stavi stretta. Nella tua storia, nel
tuo lavoro, nella tua solitudine, ed è stata crisi. E hai pianto. Dio, quanto
piangete ragazze… Avete una sorgente d’acqua nello stomaco. Hai pianto mentre
camminavi in una strada affollata, alla fermata della metro, sul motorino.
Così, improvvisamente. Non potevi trattenerlo. E quella notte che hai preso la
macchina e hai guidato per ore, perché l’aria buia ti asciugasse le guance. E
poi hai scavato, hai parlato… quanto parlate ragazze. Lacrime e parole. Per
capire, per tirare fuori una radice lunga sei metri che dia un senso al tuo
dolore… “perché faccio così?”… Se lo sono chiesto tutte. E allora… vai, giù con
la ruspa nella tua storia, a due, quattro mani, e saltano fuori migliaia di
tasselli, un puzzle inestricabile. Ecco, è qui che inizia tutto. Non lo sapevi?
E’ da quel grande fegato che ti ci vuole per guardarti così, scomposta in mille
coriandoli, che ricomincerai. Perché una donna ricomincia comunque. Hai dentro
un istinto che ti trascinerà sempre avanti. Ti servirà una strategia, dovrai
inventarti una nuova forma per la tua nuova “te”, perché ti è toccato di
conoscerti di nuovo, di presentarti a te stessa. Non puoi più essere quella di
prima, prima della ruspa… Non ti entusiasma? Ti avvincerà lentamente,
innamorarsi di nuovo di se stessi o per la prima volta è come un diesel, parte
piano. Bisogna insistere, ma quando va in corsa… E’ un’avventura ricostruire se
stesse, la più grande. Non importa da dove cominci, se dalla casa, dal colore
delle tende, o dal taglio dei capelli. Io ho sempre adorato donne in rinascita,
per questo meraviglioso modo di gridare al mondo “sono nuova” con una gonna a
fiori o con un fresco ricciolo biondo. Perché tutti devono vedere e capire…
“attenti… il cantiere è aperto… stiamo lavorando per voi… ma soprattutto per
noi stesse…”. Più delle albe, più del sole, una donna in rinascita è la più
grande meraviglia, per chi la incontra e per se stessa. E’ la primavera a
novembre, quando meno te lo aspetti.