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Una favola nera contro l’omofobia

Da Uiallalla
Ormai è un appuntamento fisso: anche quest’anno Very Christmas Superstar, il micromusical queer contro l’omofobia, sarà in scena a Napoli (29 e 30 dicembre al Teatro Instabile). Per l’occasione abbiamo incontrato Claudio Finelli, ideatore con Luciano Correale dello spettacolo.

claudio finelliVery Christmas è ormai giunto alla versione 4.0. Oltre al successo cosa ti spinge a riproporre lo spettacolo?

Le motivazioni sono sotto gli occhi di tutti: l’Italia è un paese davvero arretrato per quel che riguarda il riconoscimento dei diritti alle persone omosessuali e transessuali, dunque un “pop queer show” contro l’omofobia è un’opportunità per avvicinare anche i più giovani alla realtà della comunità lgbt.

Anche se le musiche sono allegrissime e molto queer, “Very Christmas Superstar” è una favola nera. La comunità vive la stessa contraddittorietà: da un lato è colorata e vitale, dall’altro è di fatto esclusa dall’accesso ai diritti più significativi e reali, quei diritti a cui accedono, invece, gli eterosessuali in linea con la presunzione etica del sistema clericale ed eteropatriarcale.

Quali le novità rispetto alle edizioni precedenti?

Innanzitutto il cast: il ruolo dell’angelo bianco è interpretato da Giorgio Sorrentino, attore di teatro-danza, che ha dato più profondità alla realizzazione drammaturgica dello spettacolo. Poi, anche Sara Carbone avrà un ruolo più centrale e intenso in questa edizione dello spettacolo. Infine, ci saranno alcuni brani nuovi, tra cui una fantastica cover della sigla di Lamù.

Qual è secondo te il ruolo della cultura e dello spettacolo nelle lotte della comunità lgbt?

Visibilità, testimonianza, coming out… sono tre parole chiave che dovrebbero essere la bandiera di chi ha un pò più di voce. Io credo che gli artisti dovrebbero avere più coraggio e più disinvoltura, la loro testimonianza potrebbe essere risolutiva e potrebbe essere una sponda sostanziale nell’evoluzione della politica italiana verso approdi normativi più europei. E poi, la testimonianza degli artisti, potrebbe aiutare anche tanti giovani gay in difficoltà, potrebbe farli sentire meno soli, meno vulnerabili, meno a disagio. Perciò è importante l’azione artistica di attori come Roberto Azzurro e Gino Curcione, da anni in prima fila nella lotta ad ogni discriminazione e ad ogni razzismo.

…senza dimenticare il ruolo di chi ti accompagna in questa avventura


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