Qualche giorno fa, ho vissuto una di quelle esperienze professionali che per un soffio poteva restare come un ricordo amaro da mentalista ma che, invece si è tramutato in un bell’evento dove conoscere persone con una, sempre gradita, raccolta di plausi e consensi.
L’occasione è stata la festa a sorpresa per il compleanno di un imprenditore di successo, a Milano. Con moglie e collaboratrice del “festeggiando”, concordando il programma della serata, avevamo individuato in due interventi fruibili a tutta la sala la formula migliore per intrattenere gli ospiti (circa 200 persone in piedi durante un cocktail).
Pronto per la serata di gala, assisto all’arrivo del festeggiato e dei suoi amici, tutti molto eleganti in una location di prestigio molto ampia ed esclusiva. Luci soffuse e musica in sottofondo . Tra i presenti anche qualche volto noto dello show-business. Cerco di rimanere in disparte per evitare che il festeggiato venga a chiedere conto della mia presenza, non potendomi annoverare tra le sue conoscenze.
Arrivati al momento concordato, parto con il mio intervento. L’idea era quella di proporre un quarto d’ora di esperimenti di telepatia e poi a fine serata integrare con altre dimostrazioni di mentalismo, sempre nella formula dello spettacolo su pedana. A metà del numero è però evidente che qualcosa non fila come deve. In sala c’è molto brusio e malgrado sia microfonato non è facile seguire quello che propongo. Molti si distraggono.
Terminata l’esibizione mi viene fatto presente che forse non è il caso di programmare il secondo intervento, dato che effettivamente le condizioni della location, vuoi per il tipo di illuminazione, vuoi per la forma della sala, non permette di godersi appieno quanto andavo mostrando. Mi si invita quindi a ritenere concluso il mio impegno e a godermi la festa.
Ovviamente una simile conclusione non mi avrebbe per nulla soddisfatto. Decido quindi di gettarmi direttamente nella mischia entrando a contatto con i capannelli di persone che si erano creati per provare a realizzare degli esperimenti direttamente a contatto con loro (micromagia) .
E’ stata la chiave di volta. Dopo 10 minuti che avevo iniziato ad intrattenere alcuni ospiti, ho cominciato ad avere richieste da tutti gli altri che, avendo sentito ridere, gridare e dimenarsi volevano partecipare assolutamente a qualche esperimento.
E’ finita che gli organizzatori mi hanno chiesto di presentare qualcosa a diversi dei loro amici, ai proprietari della location e a chiunque capitasse a tiro che non fosse già stato precedentemente coinvolto.
La festa è finita con piena soddisfazione mia ma soprattutto, che è la cosa importante, del cliente, del festeggiato e dei suoi ospiti.
Ma non ho raccontato quest’aneddoto per incensarmi quanto perchè la serata mi ha ricordato la dinamica di una partita di calcio in cui le variabili sul risultato finale sono state tante, dal cambio di modulo di gioco, al gol sulla linea di porta, all’incremento del vantaggio conseguito in zona cesarini. Ricordandomi che il pallone rotondo e degli ostacoli possono sempre emergere.
Fuor di metafora, è stata una serata con segno positivo ma perchè alle spalle c’era l’esperienza di tante serate, la determinazione a far bene comunque ed il desiderio di lasciare ai propri clienti sempre il massimo della soddisfazione modificando sul campo la tipologia di intrattenimento da proporre ai presenti. Spero a giorni di poter pubblicare anche un estratto della documentazione fotografica dell’evento.
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