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Una foto vale più di mille parole

Da Maurizio Lorenzi

bimbo_con_il_caneSperimentare personalmente come una fotografia esprima molto di più del tuo vissuto di quanto tu possa afferrare ad un primo impatto. Apprendere di come le fotografie possano generare significati e possano fare in modo che tu sia in contatto con i tuoi sentimenti; conservino segreti; richiamano ricordi, raccontino la loro storia. Sono rimasto particolarmente colpito nel vedere il bambino abbracciare il cane lupo e baciarlo. Il cane e il bambino hanno la stessa altezza, non è al guinzaglio e non pensi al rapporto-padrone-animale, pensi a qualcosa di più, tanto la dolcezza dell’ immagine. Il cane si fa baciare e quasi si appoggia al bambino, chi dei due a più bisogno di affetto.

La fotografia è scrivere con la luce, saperla imbrigliare è arte. Ho iniziato a fotografare giovanissimo, provando immediatamente una grande emozione, con una Comet di un mio amico, si usavano rotolini della Ferrania vicini al formato 6×6. Appena cominciai a lavorare acquistai la prima fotocamera di un certo valore, una Yaschica 35 mm a telemetro con obbiettivo molto luminoso, un gioiellino, erano i primissimi anni 70. Il passo successivo la camera oscura per stampare il B/N. Ho conservato tutta l’attrezzatura, dall’ ingranditore Durst M 301 con ottica Componon della Schneider alle vaschette per lo sviluppo e fissaggio delle foto, il termometro per misurare la temperatura delle soluzioni acide. Lo sviluppo del negativo era la parte più difficile e complicata. Vedere per la prima volta formarsi come per incanto l’immagine scattata, dopo aver immerso in una vaschetta in PVC un foglio di carta fotografica Ilford della giusta gradazione di scala dei grigi, fu una emozione fortissima, indimenticabile, il fascino della camera oscura riportava alle origini della fotografia.

Scritto da Mario Arpaia, tratto da www.antimafiaduemila.com


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