Sulla rete diverse voci affrontano la questione. La maggior parte sono dell'idea che le fotografie di McCurry non siano buone perché appesantite da una postproduzione talmente evidente ed invadente da rendere ben poco verosimili i soggetti in esse ritratti. Poi però se si va a vedere la produzione recente di questo fotografo sul suo sito non c'è tutta questa differenza: colori saturi che più saturi non si può, luci improbabili e fotografie che sembrano icone psichedeliche. Sì, forse qualcosa di plasticoso in più in alcune c'è, però questa è la cifra del fotografo, fin dai famosi tempi della bambina afgana dagli occhi verdi. Allora McCurry, in assenza di tecnologie digitali, usava il Kodachrome, che era la pellicola con i colori più "finti" mai prodotta. Le sue supersaturazioni, esaltabili stampandola su Cibachrome, sono rimaste leggendarie.
Detto questo, in ogni caso, la Lavazza il suo obiettivo l'ha pienamente raggiunto: si parla, e moltissimo, di questa marca di caffè. Di più all'assoldamento di McCurry non si poteva chiedere. Tutti professionisti che sanno il mestiere che fanno e lo fanno al meglio.
Mi fermo qui e mi faccio un caffè.
©2010 Fulvio Bortolozzo.