Da domenica scorsa nella mia zona sono iniziate le sfilate dei carri di carnevale; come credo in ogni parte d’Italia, c’è la tradizione di organizzare nel fine settimana, fino alla Quaresima, una sfilata di carri che tocca i vari paesi e borghi della zona. Ogni anno gli abitanti più volenterosi si sfidano nella creazione di carri – alcuni molto belli – ispirati a cartoni animati, cantanti, politici, ecc. Il lavoro è tale che addirittura vengono ideati e realizzati anche un anno prima!
Personalmente, non amo molto il carnevale… Sarà perché da piccola, come ogni femminuccia, avevo l’obbligo di vestirmi da principessa, fata turchina e tutti quei personaggi il cui vestito prevede il terribile cerchio alla base della gonna, che ancora oggi detiene il primato di accessorio più scomodo mai concepito. Camminare con quel coso non era certo il massimo, ma il top del fastidio si raggiungeva quando dovevo salire sul pulmino per andare a scuola: a pensarci oggi, è un miracolo che io non sia rimasta incastrata nelle portiere. Per farla breve, appena sono diventata un pochino più grande non mi sono più mascherata, né tantomeno partecipato a una festa a tema (è pur vero che di base tendo ad essere asociale, le feste in maschera non mi hanno mai entusiasmato e forse sarebbe stato lo stesso se mi fossi vestita da Wonder Woman). Non aspetto dunque con ansia questo periodo, eccezion fatta per il lato mangereccio: è Carnevale? E allora frappe (o crostoli, o chiacchiere, chiamatele come volete) e frittelle come se non ci fosse un domani!
Per tutti questi motivi era tantissimo tempo che non andavo a vedere le sfilate di carnevale, ma quest’anno – ignorando tutte le mie esperienze infelici in materia – ho deciso di portare Giacomo. Sì, lo ammetto, ho fatto come tutte quelle mamme super esaltate che passano giornate intere a cercare il costume per il proprio figlio, decidendo per loro (tanto il mio bimbo ha un anno e mezzo, ne avrà di tempo per odiarmi per la scelta del vestitino da clown che a me piace da morire) e foraggiando l’industria dei trucchi, coriandoli e stelle filanti. Il suo debutto nella società carnevalesca è avvenuto questa domenica, come dicevo, il giorno in cui io, mio figlio e mio marito (anche lui non proprio in preda all’entusiasmo) abbiamo partecipato alla nostra prima sfilata dei carri come famiglia.
Quando siamo arrivati la sfilata non era ancora iniziata, e subito ho dovuto contrastare le prime due diserzioni: la musica assordante dei carri ha terrorizzato Giacomo, e pure mio marito già voleva darsi alla fuga; sistemata l’emergenza, Giacomo comunque era talmente impaurito che per gran parte della sfilata è voluto stare in braccio a me aggrappato come un koala. Poi quando ha visto un suo amichetto si è tranquillizzato, ha giocato con lui – fregandosene dei carri – e ha iniziato anche a tirare i coriandoli che gli porgevo con le mani, lanciandoli in maniera un po’ approssimativa (oh, ha pure un anno e mezzo il mio piccolo clown).
Alla fine Giacomo, seppure solo nell’ultima parte della sfilata, si è divertito, io sono soddisfatta di aver fatto questa esperienza e mio marito… Beh, mio marito dovrà fare un altro sacrificio: domenica prossima c’è un’altra sfilata!