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Una gita in Casentino: il castello di Poppi

Creato il 29 settembre 2015 da Viaggimarilore

wpid-20150830_171322-01.jpegDevo dire che ultimamente ho fatto parecchie gite fuoriporta in Toscana: nel Mugello, in Garfagnana, a Certaldo, Monteriggioni, San Galgano, e poi a Massa Marittima, Cala Violina e Marina di Alberese. Ho messo parecchie bandierine sulla carta della Toscana, e a queste va aggiunta l’ultima in ordine di tempo: il castello di Poppi, in Casentino.
Il Casentino è la regione montuosa della provincia di Arezzo posta sul confine con l’Emilia Romagna: si alternano alture boscose a prati, qualche castello qua e là, una bella strada panoramica che sale e scende assecondando i declivi. Il Casentino è un’area piuttosto grande, per cui questa volta ci siamo concentrati su una località: Poppi e il suo castello, appunto.

Poppi è un bel borgo medievale, bandiera arancione, che sorge in altura tutto attorno al castello, che si erge sulla sommità guardando all’intorno il panorama a 360°. La cosa che colpisce di più del borgo è la presenza dei portici in alcuni punti. I portici non sono caratteristici dei borghi toscani, ma qui come nella vicina Stia ci sono, segno che evidentemente l’Appennino comporta un clima tale per cui d’inverno è meglio ripararsi quando si cammina per strada.
Due chiese importanti a Poppi: la Madonna del morbo, una chiesa seicentesca a pianta centrale e l’altra, ben più antica, la Badia di San Fedele. Bellissima, quest’ultima, l’atmosfera che la avvolge riporta davvero al medioevo. All’interno, nella sua cripta, sono custodite le spoglie del Beato Torello, santo patrono di Poppi.

Il castello dei Conti Guidi

Il castello dei Conti Guidi

Il castello è cinto di mura che lo isolano dal resto del borgo. A vederlo potrebbe somigliare a Palazzo Vecchio, e infatti questo castello, almeno nell’aspetto esterno, ne viene considerato il prototipo.

Il Castello appartenne ai Conti Guidi, che lo abitarono per 4 secoli. Fin dal XII secolo esisteva una fortificazione, ma è nel XIII secolo che viene eretto come castello vero e proprio, mentre l’aspetto attuale è quello che il castello assume a partire dal 1447, quando Poppi viene annessa alla Repubblica Fiorentina e diventa palazzo dei Vicari inviati da Firenze: in questa occasione è rifatto l’interno, con l’ampio scalone centrale che collega ai piani superiori del palazzo.

Pare che Dante Alighieri soggiornò nel castello negli anni tra il 1307 e il 1311, e tradizione vuole che qui abbia composto il XXXIII canto dell’Inferno della Divina Commedia.

Lo stesso Dante prese parte alla celeberrima battaglia di Campaldino, combattuta tra Guelfi e Ghibellini poco distante dal Castello dei Conti Guidi: nel piano interrato del castello una ricostruzione della battaglia mostra i due schieramenti, e in due botole nel pavimento due ricostruzioni un po’ splatter ci ricordano la durezza della battaglia, una battaglia campale, che vide schierati 20mila uomini, un’enormità per l’epoca.

Dopo aver fatto un giro panoramico sulla Piazza d’Armi, che consente di camminare all’ombra del castello, protetti dalle merlature della fortificazione, si entra nell’edificio. Sulla corte centrale, le cui pareti sono zeppe di stemmi, affacciano alcune sale, usate oggi come bookshop e spazio mostra, e la prigione. Questa, consistente in angusti spazi, era inizialmente priva di finestre e di qualsivoglia apertura: i condannati erano costretti al buio per tutta la durata della loro reclusione. Era meglio non fare un torto ai Conti Guidi, se si voleva evitare un simile trattamento. Era facile infatti che i prigionieri non sopravvivessero alle rigide condizioni del carcere.

Lo scalone conduce al Primo piano, sul quale si apre la Biblioteca Rilliana, che vanta una grande collezione di volumi antichi e incunaboli, e la splendida cappella dei Conti Guidi, con un ciclo di affreschi trecenteschi raffiguranti “le storie del Vangelo” attribuiti a Taddeo Gaddi, il principale allievo di Giotto. Al piano superiore si apre il grande Salone delle Feste, col soffitto a capriate e le pareti dipinte, e che si può dire abbia mantenuto inalterato il suo ruolo di sala di rappresentanza, visto che ancora oggi ospita le riunioni del Consiglio Comunale.

la Cappella dei Conti Guidi

la Cappella dei Conti Guidi

In cima allo scalone la statua di Simone da Battifolle, colui al quale si deve il primo ampliamento del castello, osserva e accoglie tutti coloro che salgono nel corso della loro visita.

Una stretta scala a chiocciola, poi, conduce su per la torre campanaria fino ad arrivare in cima, proprio sotto la campana, che suona ogni mezz’ora. Non dev’essere piacevole trovarsi lì sotto quando ciò accade, ma nell’intervallo di tempo tra una mezz’ora e l’altra si può ammirare il panorama che spazia sul borgo di Poppi e oltre, perdendosi nella piana all’intorno.

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Simone da Battifolle, in cima allo scalone

Pare che il castello ospiti un fantasma, quello della bella Matelda, la quale, sposa di uno dei Conti Guidi, amava avere numerosi amanti. Era però tipa da una botta e via, perché per evitare che qualcuno dei suoi amanti raccontasse della sua avventura sessuale, li faceva morire tutti subito dopo l’amplesso, facendoli passare, per tornare a casa, per un percorso irto di pericoli ai quali i poveretti non sopravvivevano. Pare che la popolazione di Poppi, avendo visto diminuire drasticamente gli uomini del borgo, scoperto il motivo di tali sparizioni, assaltò il castello e rinchiuse Matelda nella torre; ella morì di stenti, ma da quel momento il suo fantasma si aggira per il castello, e chissà che non cerchi di ammaliare anche i vostri mariti o fidanzati mentre voi dalla torre campanaria guardate il panorama…


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