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Una grande squadra…

Creato il 07 novembre 2012 da Ilnazionale @ilNazionale

Una grande squadra…7 NOVEMBRE – Dopo una promozione sfumata non senza code polemiche sul filo di lana della semifinale play off, ho seguito quest’estate con profondo interesse l’attenta campagna acquisti di Sogliano, ritrovando alla fine una squadra completamente rinnovata ed un organico di assoluta qualità per la serie cadetta. I nuovi acquisti di Cacciatore, Crespo, Moras,  Bacinovic, Rivas, Grossi, Laner, Carrozza, Martinho, Bojinov, Cacia e la vecchia guardia rappresentata da Rafael, Maietta, Jorginho, Hallfreddsson, Gomez,  formano senza dubbio una miscela di classe ed esperienza di altissimo livello. Una vera e propria rivoluzione rispetto al campionato scorso che di fatto ha consacrato l’Hellas come una delle principali pretendenti alla Serie A.

Da qui, soprattutto da parte di carta stampata e di addetti ai lavori, è iniziato un contagioso tam tam di elogi e complimenti, come se il campionato fosse già vinto o quasi.Grandi giocatori, campagna acquisti eccellente, un allenatore esperto come Mandorlini, società blasonata….in sostanza una grande squadra. Ecco, proprio qui sta il punto: siamo veramente diventati una grande squadra?Il cammino sin ad ora è stato assolutamente positivo e i 9 punti in più dello scorso anno dopo l’importantissima vittoria nel big match contro la capolista Sassuolo sono un bottino di tutto rispetto. Tuttavia, sotto il profilo del gioco e non certo del risultato, il rendimento a mio avviso non rispetta ancora pienamente le ambiziose aspettative iniziali. Prima di tutto una doverosa premessa a favore di Mandorlini perché mettere mano ad un gruppo totalmente rivoluzionato in sede di mercato e riuscire a trasmettere in pochi mesi di lavoro una precisa idea di gioco non è certo cosa facile, anzi tutt’altro.

Ad esser sinceri, credo che questa squadra abbia delle potenzialità incredibili tanto da poter essere considerata padrona di se stessa e del proprio destino, una squadra per me capace in qualsiasi momento di incanalare a proprio favore l’esito di ogni incontro. Fino ad ora però questa caratteristica l’abbiamo vista solo a tratti. La sconfitta all’ultimo secondo di Padova, il pari interno con il Novara e ultimo ma non ultimo il rocambolesco pareggio di Crotone, dopo essere andati in vantaggio in tempo di recupero a 2 minuti dallo scadere, sono solo alcuni importanti segnali da non sottovalutare.

La mia impressione è che questi giocatori siano a volte eccessivamente narcisisti, belli da vedere ma poco cinici e magari anche poco umili. Alcune volte ho sentito da alcuni di loro frasi del tipo “siamo una grande squadra..”, “una grande squadra come la nostra…” e via di questo passo. Ecco il punto, essere una grande squadra, prima che a parole, serve dimostrarlo sul campo e quest’anno non sempre ci siamo riusciti. Una grande squadra dimostra doti consolidate, oltre che di qualità, anche di aggressività, personalità, concentrazione, atteggiamento e mentalità vincente. La partita vinta con pieno merito contro il Sassuolo ci ha però fortunatamente restituito alcune importanti certezze grazie ad una prestazione determinata fatta di personalità, grinta e carattere, segno che questa squadra quando vuole sa anche tirare fuori gli artigli. Ed il fatto che negli scontri diretti con Livorno e Sassuolo siamo usciti vincitori è la riprova che forse, rispetto allo scorso anno, siamo sulla giusta strada del tanto auspicato salto di qualità.

E’ ancora prematuro trarre conclusioni che si potrebbero sicuramente dimostrare affrettate. Il campionato è lungo e la storia della serie cadetta ci insegna che l’importante è trovarsi nei primi posti negli ultimi due mesi, dove bisogna avere testa e gambe per il rush finale. Rimango però ancora più fiducioso perché conosco Mandorlini e sono certo che, consapevole delle ambizioni della società e della piazza, che da 10 anni non annusa il profumo della massima serie, ma soprattutto conscio delle potenzialità dell’organico a sua disposizione, saprà trasmettere ai suoi giocatori la mentalità da grande squadra, per riportare l’Hellas dove merita.

Enrico Brigi


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