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Una lente cosmica da primato

Creato il 12 settembre 2013 da Media Inaf
L'ammasso di galassie Abell 1689 ripreso dal telescopio spaziale Hubble. Crediti: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team (STScI/AURA), J. Blakeslee (NRC Herzberg Astrophysics Program, Dominion Astrophysical Observatory), and H. Ford (JHU)

L’ammasso di galassie Abell 1689 ripreso dal telescopio spaziale Hubble. Crediti: NASA, ESA, the Hubble Heritage Team (STScI/AURA), J. Blakeslee (NRC Herzberg Astrophysics Program, Dominion Astrophysical Observatory), and H. Ford (JHU)

Ci sono volute oltre 34 ore complessive di osservazioni nella luce visibile e infrarossa con la Advanced Camera for Surveys (ACS) del telescopio spaziale Hubble per ottenere una delle più spettacolari immagini dell’ammasso di galassie denominato Abell 1689.

L’ammasso è una vecchia conoscenza degli astronomi che nel 2010, sempre grazie alle riprese di Hubble, riuscirono a determinarne con grande accuratezza la distribuzione di materia oscura in esso contenuta, sfruttando il fenomeno della lente gravitazionale. Le circa mille galassie che compongono Abell 1689 producono infatti una immensa forza di attrazione gravitazionale, che deflette la radiazione luminosa prodotta dalle galassie poste dietro l’ammasso rispetto alla nostra linea di vista. Un effetto ben visibile anche in questa foto, dove le galassie che si trovano dietro l’ammasso appaiono innaturalmente ‘stirate’ e arcuate.

Ma Abell1689 presenta anche un’altra peculiarità: quella di ospitare una grande concentrazione di ammassi globulari di stelle. Gli astronomi finora ne hanno individuati circa  10.000, ma ritengono che ce ne possano essere addirittura più di 160.000.

Fonte: Media INAF | Scritto da Marco Galliani


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